FUORI …NELLA NEVE

DA TERAMO AD AMATRICE: STORIA (E DIFFICOLTÀ) DI DUE GIOVANI ALLEVATORI

 

Stefano e Fabrizia sono due giovani allevatori. Fabrizia è di Teramo e si trasferita ad Amatrice, la città di  Stefano, per realizzare insieme a lui il progetto di una vera e propria filiera: dall’allevamento di ovini alimentati con erbe della montagna amatriciana, alla produzione del latte e un piccolo caseificio.

“I nostri nonni sono i nostri mentori – racconta Fabrizia – abbiamo iniziato l’attività il 24 aprile 2016 e oggi abbiamo  già 100 capi. ll terremoto ci ha messo in grave difficoltà:  Avevamo una casa, una stalla, un fienile, non è rimasto più niente. In agosto poi ci si prepara per l’inverno, si raccoglie e si stipa il fieno per gli animali. Gli allevatori già in attività avevano già le loro scorte, noi non abbiamo fatto in tempo, ma abbiamo ricevuto tanta, tanta solidarietà da privati: un camion di fieno da dividere tra quelli di noi senza scorte.

Il problema più importante rimane ancora,  purtroppo, il ricovero degli animali perché l’inverno, da queste parti,  non scherza: siamo abituati a temperature di molti gradi ad di sotto dello zero, per questo la priorità è ricoverare gli animali prima dell’arrivo della neve.”

Il Parco Nazionale prima e la Protezione civile poi hanno inviato e montato delle strutture, ma i problemi non sono stati del tutto risolti.

“Il Parco Nazionale ci aveva fornito dei ripari provvisori – spiega Fabrizia – tendoni che sono stati molti utili, ma che purtroppo sono stati spazzati via dalle prime tempeste e nevicate.  Poi sono finalmente venuti a montare le stalle provvisorie, ma ahinoi! senza luce né acqua! L’acqua è sempre fondamentale , ma d’inverno quando le temperature basse gelano tutto, l’acqua corrente significa la vita o la morte del bestiame.  Quando la Protezione civile ci ha illustrato il piano di interventi, ci ha detto che le stalle sarebbero state strutturate in  modo completo e quindi noi ci aspettavamo che lo fossero, complete di acqua e luce. Oggi vediamo che non è così, ma se lo avessimo saputo ci saremmo attrezzati in tempo, come si fa da sempre qui.  Queste temperature e  queste nevicate qui sono la norma e ci attrezziamo di conseguenza per meglio governare gli animali e le loro esigenze. Noi abbiamo preso una casetta di legno (a nostre spese, compresi gli allacci alla luce e all’acqua) per poter continuare ad accudire gli animali e non trascorrere l’inverno in camper, per una sistemazione anche per noi più dignitosa.   Gli allevatori non si sono potuti allontanare da Amatrice proprio per questo, ma viviamo in modo molto precario e in condizioni meteo davvero estreme. -18 gradi qui non è una novità, ma una consuetudine, 3 metri di neve sono frequenti negli inverni di queste montagne.  Le bottiglie dell’acqua che utilizziamo si congelano,  mentre gli animali hanno bisogno di acqua corrente, ci sono gli agnellini da allattare, ad esempio,  e senza acqua non c’è neanche il latte. Ne abbiamo già persi 5.  L’acqua è fondamentale.

Sono diversi gli allevatori nelle nostre stesse condizioni. Per noi la priorità sono gli animali e magari sarebbe stato preferibile studiare un elenco di priorità su cui fare,  poi,  gli interventi.

Le vere difficoltà ora sono queste – conclude amareggiata e speranzosa al tempo stesso Fabrizia –  il Sindaco di Amatrice non si stanca mai di ripeterlo. Le persone qui hanno bisogno di questo e in tempi rapidi, altrimenti anche l’economia, il lavoro di questi posti verrà distrutto e questo davvero non possiamo permetterlo. Sono sacrifici di vite intere. “

Di Mira Carpineta

Foto di Simona Cresti