Immaginiamo l’Europa composta da 25 persone: ci sono un italiano, un tedesco, un francese e così via. Questa è la storia del nostro amico greco. Il nostro amico greco sta messo piuttosto male: da tempo ha un sacco di debiti che non riesce a estinguere. Lavora sodo ma non guadagna granché. Ogni anno riesce a ripagare solo una parte dei debiti, ed è costretto a farne altri perché, poveretto, i soldi non bastano mai. I debiti aumentano con gli interessi e così, anno dopo anno, il nostro amico greco si trova con una cifra più alta da ripagare. Ma a un certo punto, meno male, decidono di intervenire i suoi amici. E così il tedesco, il francese, l’italiano e gli altri si mettono d’accordo e decidono di prestargli i soldi raccolti a un tasso di interesse, per così dire “agevolato. Be’, non proprio a interessi zero, ma che vuoi, c’è l’inflazione, e poi non è che in giro troverebbe di meglio, chi mai gli farebbe credito vista la situazione in cui si trova. In cambio di tanta generosità, gli amici chiedono allo sfortunato greco di stringere un po’ la cintura: “E che diamine, se vuoi restituirci questi soldi devi tagliare un po’ le spese…”. Dieta a pane e olive, insomma, ma non solo. Già spendeva poco prima, ora dovrà anche tagliare qualcos’altro. I suoi amici infatti gli chiedono prove tangibili della ferma intenzione di ripagare il prestito, ovvero:
1) accontentarsi di uno stipendio ancora più basso di quello che aveva, così siamo sicuri che non spenda tanto;
2) rinunciare all’assicurazione medica (e speriamo che non si ammali perché deve proprio lavorare tanto in questo periodo);
3) spendere meno per la scuola, l’università, i libri, formazione e simili lussi superflui.
E adesso ciascuno di noi chieda a se stesso: “Se fossi io ad avere un amico greco in quella situazione, mi comporterei così?”, Personalmente, la risposta è no. Vediamo perché. In primo luogo le persone in difficoltà, oppresse dai debiti e dagli strozzini, spesso chiedono prestiti semplicemente per “tamponare” una situazione di emergenza, senza avere un piano preciso per migliorare la loro condizione nel lungo periodo. Solo per una boccata d’aria, senza pensare che poi il vortice di debiti ritornerà più impetuoso di prima. La priorità tuttavia, nell’immediato, è sopravvivere. E questo succederà all’amico greco: rifiaterà per un po’, ma dopo sarà ancora peggio, probabilmente si ritroverà a dover vendere la casa, o magari qualche ricordo di famiglia. Secondo punto, personalmente non chiederei mai a un amico di rinunciare alla propria assicurazione medica, tanto meno per ripagarmi gli interessi su un prestito che gli ho dato. Terzo: non direi mai a un mio amico di risparmiare sui libri, sulla scuola o sulla formazione. Anzi, proverei a convincerlo a studiare di più, in modo da riuscire a ottenere un lavoro migliore. Quarto: se proprio devo prestargli dei soldi, allora non glieli chiederei mai indietro con gli interessi. Cosa farei invece? Al mio amico greco chiederei innanzitutto con chi si è indebitato, e se scoprissi che il suo creditore è qualcuno che conosco, allora andrei da quel qualcuno e gli chiederei di aspettare, di non chiedergli gli interessi, o addirittura di cancellare il debito. Direi a quel qualcuno: “Il mio amico greco sta messo molto male, mentre tu non hai problemi economici. Non è che potresti lasciar stare questa storiaccia? Lui te ne sarà grato per sempre”. Forse non otterrei nulla io da solo, ma se oltre a me glielo chiedessimo insieme, il francese, lo spagnolo, il tedesco e tutti gli altri, allora avremmo alte probabilità di successo. Questo tra l’altro, da parte loro, significherebbe comportarsi da veri amici. L’augurio, in conclusione, è di non ritrovarsi mai nella situazione del povero amico greco. Ma se proprio dovesse trovare, speriamo di scoprire veri amici su cui contare.