GRANDI RISCHI: NESSUNA PREVISIONE MA DATI SCIENTIFICI E STORICI

A seguito di una nota dell’Ansa sulla riunione della Commissione Grandi Rischi per la “la valutazione dei possibili scenari evolutivi della sismicità in corso in Italia centrale”  molte testate giornalistiche hanno titolato la probabilità di eventi sismici di forte magnitudo evocando un’imminenza degli stessi. 

La cosa ci ha inquietato e al tempo stesso indignato per la facilità di “sparare” titoli ad effetto che nulla aggiungono o tolgono a quanto è dato conoscere oggi. Così abbiamo contattato il contact center della Protezione Civile per chiedere spiegazioni sul comunicato.

La risposta dell’operatore incaricato è stata la seguente: ” non c’è alcuna previsione imminente di eventi sismici nel comunicato. La Commissione ha fornito i dati registrati relativi alla sismicità del territorio e soprattutto ai dati storici, ovvero dei terremoti verificatisi nella regione dell’Italia centrale”.

Nel comunicato che riportiamo integralmente  di seguito si legge infatti: “Un aspetto della sismicità di questa regione è la possibilità che le sequenze possano avere una ripresa e propagarsi alle aree limitrofe, come già avvenuto ad esempio per la sequenza del 1703 (con una durata di oltre un anno e due eventi di magnitudo tra 6.5 e 7 a distanza di un mese), del 1639 (almeno due eventi comparabili a distanza di una settimana), di Colfiorito (1997, M6.0, con una sequenza di sei eventi di magnitudo oltre 5.2 su una durata di sei mesi) e ora nella zona di Amatrice, con tre eventi di Mw5.9-6.5 negli ultimi cinque mesi.”

Abbiamo chiesto di spiegare meglio questo passaggio e ci è stato risposto che ” allo stato attuale la strumentazione a disposizione può essere paragonata alla funzione del termometro quando dobbiamo misurare la febbre. Sappiamo che l’Italia centrale <ha la febbre> ma non possiamo sapere se e quando risalirà di nuovo.

“Ad oggi non ci sono evidenze che la sequenza sismica sia in esaurimento”. Anche su questo frase abbiamo chiesto maggiori spiegazioni. Come si stabilisce se la sequenza è in esaurimento? La risposta: ” dal numero degli eventi e dalla loro magnitudo. Quando diminuiscono di numero e di intensità si dice che stanno scemando. E così appariva lo stato del sisma precedente. Le scosse erano diminuite di numero e di intensità, ma poi sono ritornate il 18 con intensità molto maggiore, quindi la sequenza non sembra esaurita. I rilevatori possono  aiutarci a stabilire come è stato il comportamento nel passato e su questo si basa anche l’affermazione sulla potenzialità. Sappiamo che in passato ci sono stati eventi di magnitudo compresa tra il 6,5 e 7 ma non si può affermare nè che ce ne saranno, nè che non ci saranno eventi simili. Possiamo solo osservare ciò che è accaduto e prendere nota della potenzialità che può esprimere il sisma in queste zone.”

Ad oggi non è possibile prevedere quando e come si verificherà un terremoto.

di Mira Carpineta

 

COMUNICATO STAMPA COMMISSIONE GRANDI RISCHI -TESTO INTEGRALE

Terremoto centro Italia: si riunisce la Commissione Grandi Rischi-Settore Rischio Sismico

20 gennaio 2017

La Commissione Grandi Rischi, d’intesa con il Capo Dipartimento della Protezione Civile, si è riunita il giorno 20/1/2017 a seguito della ripresa della sismicità che ha colpito l’Appennino Centrale a partire da Agosto 2016. Le risultanze della riunione sono contenute nel Verbale consegnato al Dipartimento, di cui si riporta qui una sintesi.

Lo scopo della riunione era la valutazione dei possibili scenari evolutivi della sismicità in corso, alla luce delle informazioni attualmente disponibili.
La sequenza sismica che ha colpito l’Appennino Centrale su una lunghezza complessiva di oltre 70 km, ha avuto sino ad ora quattro momenti principali di rilascio sismico: il 24 agosto, con l’evento di M6 di Amatrice; il 26 ottobre, con due eventi principali di M5.4 e M5.9 che hanno esteso la sismicità verso nord; il 30 ottobre, con l’evento di M6.5 che ha ribattuto la zona a cavallo degli eventi precedenti; il 18 gennaio, con 4 eventi di magnitudo M5.0-5.5, su una lunghezza di circa 10 km nella parte meridionale della sequenza, nell’area di Montereale, che si ricongiungono alla sismicità aquilana del 2009.

Si tratta di una singola sequenza sismica. L’area era già stata colpita da sequenze simili e da grandi terremoti in passato, in particolare dall’evento del 1639, e non era stata interessata dagli eventi recenti di Colfiorito (1997) e dell’Aquila (2009). Questa sequenza può essere considerata come tipica dell’attività sismica appenninica, e come tale aspettata sulla base della storia sismica e del contesto sismo-tettonico regionale.
Un aspetto della sismicità di questa regione è la possibilità che le sequenze possano avere una ripresa e propagarsi alle aree limitrofe, come già avvenuto ad esempio per la sequenza del 1703 (con una durata di oltre un anno e due eventi di magnitudo tra 6.5 e 7 a distanza di un mese), del 1639 (almeno due eventi comparabili a distanza di una settimana), di Colfiorito (1997, M6.0, con una sequenza di sei eventi di magnitudo oltre 5.2 su una durata di sei mesi) e ora nella zona di Amatrice, con tre eventi di Mw5.9-6.5 negli ultimi cinque mesi.
La Commissione conferma l’impianto interpretativo già formulato a seguito degli eventi del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre. Ad oggi non ci sono evidenze che la sequenza sismica sia in esaurimento. La Commissione identifica tre aree contigue alla faglia principale responsabile della sismicità in corso, che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7). Questi segmenti – localizzati rispettivamente sul proseguimento verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L’Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997 – rappresentano aree sorgente di possibili futuri terremoti.

I recenti eventi hanno prodotto importanti episodi di fagliazione superficiale che ripropongono il problema della sicurezza delle infrastrutture critiche quali le grandi dighe.

La Commissione esprime la sua vicinanza alla popolazione colpita dalla sequenza e si complimenta con il DPC per l’efficacia con cui sta affrontando l’emergenza.

dal sito della Protezione Civile: 

http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_com.wp?contentId=COM62151