I COSTITUENTI CHE DOVREBBERO COSTITUIRSI

Allora, facciamo il punto.

In Parlamento stanno riscrivendo la Costituzione.

Lo stanno facendo un migliaio di deputati

e senatori eletti – o sarebbe meglio dire nominati – da una legge dichiarata incostituzionale.

Un Parlamento che proprio in virtù di quest’aberrazione, vede decine e decine di questi baldi politicanti passare da una parte all’altra degli schieramenti con estrema disinvoltura.

Sulla scia  di consolidate consuetudini tutte italiane in questo campo. Un Parlamento in cui senza alcun rispetto per i valori su cui ha giurato e che dovrebbe trasmettere non solo al Paese ma al mondo, si può assistere alla rappresentazione più becera delle miserie di un’umanità ormai senza più nessuna attenuante: gesti osceni, insulti, risse, turpiloquio,  come neanche più nei bassifondi più degradati.

Vent’anni di berlusconismo, mariedefilippi e grandifratelli  non potevano essere passati senza lasciare il segno.

Il cambiamento che avrebbe dovuto “rottamare” uno sclerotizzato Italian Style riecheggia di un gattopardesco ““Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” . E come nel romanzo di Tomasi di Lampedusa assistiamo a questi eterni giri di walzer di persone che sembrano diverse ma ballano la stessa musica.

E dicono le stesse cose: meno tasse, più efficienza, meno sprechi, più meriti, meno burocrazia, e così via. Un, due, tre e poi si gira, da uno scranno all’altro, da un gruppo all’altro, da un partito all’altro.

Anche se il partito non c’è più. L’unica novità di questa politica è che prima la maggioranza e l’opposizione avevano nomi diversi: destra, sinistra, PDL, PD. Oggi invece la maggioranza e l’opposizione convivono nello stesso partito o almeno così dicono.

C’è una parte del PD che non ha ancora deciso da che parte stare, vorrebbe rimanere nella maggioranza, ma realizza che questa maggioranza non ha niente di sinistra e allora si dichiara dissidente, ma poi vota tutti i decreti del Governo, anche quelli che di sinistra non hanno neanche la pagina su cui sono scritti.

Allora in che modo dissente? A parole, perché se volesse davvero dissentire lo strumento c’è e si chiama voto.

Ma poi perderebbero gli scranni e forse la pensione. Ma non è detto. Quando fu nominato il commissario alla riduzione della spesa pubblica, Cottarelli, e lui diligentemente presentò la lista delle spese da tagliare dal bilancio dello Stato, il Governo decise di tagliare lui.

Siamo un Paese governato da Costituenti che dovrebbero costituirsi.

 

di Mira Carpineta