Si dice che in fondo, in questi ultimi anni, ben poco sia stato inventato, e non ultima è la storia della coppetta mestruale.
Tornata in auge dagli anni ’80, si è fatta strada nelle trame del web tra forum, pubblicità e pubblicazioni sui social network, fino ad acquisire una crescente notorietà tra tutte le donne.
Nel 1987 uscì in commercio il “Keeper” uno dei primi prototipi di coppetta mestruale riutilizzabile, e ancora in vendita, ma torniamo ad oggi e mettiamo sotto la lente d’ingrandimento questo prodotto.
Lo facciamo insieme alla Dott.ssa Francesca Montauti, Ginecologa.
Coppetta mestruale: cos’è e chi può usarla? Rappresenta un’alternativa ecologica agli assorbenti interni ed esterni.
In Inghilterra e negli Stati Uniti ha avuto un grande successo commerciale e, grazie alla rete, comincia a diffondersi anche in Italia. Si tratta di una sorta di raccoglitore del flusso mestruale a forma di imbuto che deve essere inserito in vagina appena compare la mestruazione. Sono coppette in silicone, riutilizzabili, che possono avere una durata fino a dieci anni. La coppetta, prima di essere utilizzata, deve essere disinfettata mediante bollitura. Ne esistono diversi formati da scegliere in base all’età, alla conformazione fisica, alla parità e all’intensità’ del flusso mestruale.
L’inserimento in vagina è semplice ed indolore. Può essere utilizzata da tutte le donne, di qualunque età ed anche da chi fa uso di IUD o diaframma.
A livello medico è una valida novità o una cometa commerciale? Può rappresentare una valida alternativa ai comuni assorbenti. E’ opportuno confrontarsi con il proprio ginecologo per valutarne l’eventuale utilizzo. Viene sconsigliatosolo nel post parto, nel post aborto, dopo un intervento chirurgico cervico-vaginale o in pazienti che utilizzano l’anello contraccettivo.
Quali possono essere le differenze decisive tra questo prodotto ed i comuni assorbenti per la scelta personale di uno o l’altro prodotto? La peculiarità rispetto agli altri assorbenti (esterni ed interni) è rappresentata essenzialmente da: utilizzo di materiali anallergici: vengono evitate irritazioni e vaginosi (la coppetta mestruale raccoglie i flussi mentre i tamponi li assorbe, così l’utilizzo della coppetta non altera il pH vaginale).
Massima igiene ( assenza di odori, macchie indesiderate). Massima praticità, risparmio economico, prodotto ecologico (una coppetta può essere sostituita anche dopo 10 anni di utilizzo), massimo confort: prevede meno cambi (basti pensare che un tampone assorbe in media circa 9-12 ml di sangue contro i 25-34 ml della coppetta). Quali possono essere le controindicazioni? Non esistono controindicazioni assolute all’utilizzo della coppetta mestruale. Si potrebbe parlare solo di un unico svantaggio: è necessario avere un po’ di conoscenza del proprio corpo.
PrimaPagina edizione MAGGIO 2014 – di Chiara Santarelli