Melodie jazz in Turchia. Tra sapori mediorientali, si racconta a PrimaPagina
Pianista, compositore, arrangiatore e anche produttore Paolo Di Sabatino è un’eccellenza musicale tutta italiana nonché docente e coordinatore del Dipartimento di jazz presso il Conservatorio “A. Casella” di L’Aquila. A Sanremo con Io sono una finestra, vanta una discografia vastissima e prestigiose collaborazioni tra musicisti, attori, cantanti di fama internazionale.
Entro il 2015 uscirà un altro cd in collaborazione con l’ISA, l’orchestra sinfonica abruzzese.
Repertorio a metà tra composizioni e classici della canzone italiana (Azzurro, Volare, Guarda che luna…), con Daniele Mencarelli al contrabbasso e Glauco Di Sabatino alla batteria e l’orchestra diretta e orchestrata da Roberto Molinelli.
Gli arrangiamenti ritmico/armonici sono di Paolo, così come l’unico brano inedito per questa formazione: Fantasy for piano jazz trio & orchestra.
D – Figlio d’arte, nato nella musica, che ruolo ha quest’ultima nella tua vita? Ma soprattutto come ti destreggi tra lavoro e vita privata?
R- Diciamo che la musica e la famiglia sono i due punti fermi della mia esistenza, e devo dire che convivono benissimo. C’è un equilibrio quasi magico tra la mia carriera e la mia vita privata e ne sono felicissimo.
D – Musicista di fama internazionale, dotato di grande musicalità, innovativo, sperimentatore. Qual è la tua specialità vista la tua varia e vasta collezione discografica e non solo?
R- Diciamo che il punto di forza sta nella grande cantabilità della musica che scrivo. La melodicità è anche uno dei tratti predominanti del mio solismo quando improvviso. Sono molto contento del mio essere jazzista sui generis.
D – La musica ti porta continuamente in giro per il mondo, hai collaborato con artisti di fama nazionale e internazionale, parlaci di questa nuova avventura in Turchia, che ti vedrà protagonista nel festival di Smirne? Soprattutto da chi sarai accompagnato?
R- In Turchia farò un concerto il 6 marzo e un workshop dal 6 al 9, con Marco Siniscalco al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria. Inoltre il 13 e 14 sarò ad Atene, per poi proseguire il tour in Italia, col mio progetto internazionale TRACE ELEMENTS, con Christian Galvez al basso e JoJo Mayer alla batteria. Saremo anche al Blue Note di Milano il 24, con ingaggio proveniente direttamente da New York, e di questo vado davvero fiero!
D – L’esperienza a Sanremo 2015 cosa ti ha portato anche se non è stata la prima? Tra la Di Michele- Coruzzi e Antonella Ruggiero nel 2007 cosa sceglieresti di nuovo?
R- Sono esperienze diverse, con la Ruggiero c’era un clima più rilassato, mentre con Grazia e Platinette ho avuto più soddisfazione dal punto di vista musicale.
D – Qual è il tuo processo creativo? Ti sei mai svegliato con la melodia che hai costruito nel sogno?
R- In realtà mi capita di addormentarmi con una melodia in testa, ma sono troppo pigro per alzarmi e scriverla, ergo la dimentico puntualmente! Però non posso davvero lamentarmi della mia vena compositiva, sempre in fermento. La creatività va a periodi, ovviamente, e arriva quando meno te lo aspetti.
D – Dopo anni di musica, concerti, trasmissioni televisive e radiofoniche, festivals, come ti senti prima di salire sul palco? A chi faresti da spalla senza esitazione, nonostante tu possa vantare già illustri collaborazioni e riferimenti musicali?
R- Il palco merita rispetto ed emozione. Fare concerti non può e non deve diventare, per quanto mi riguarda, una routine. La spalla no, andando avanti col tempo ho sempre meno voglia di mettermi al servizio di progetti altrui. Invece vorrei condividere i miei progetti e la mia musica con musicisti che amo particolarmente, come ad esempio Pat Metheny, George Benson, Joshua Redman, Al Jarreau…e tanti altri. Inoltre coltivo il sogno nel cassetto di scrivere una memorabile colonna sonora, magari per un film di Carlo Verdone, che adoro.
D – Qual è la differenza di come viene percepita o sentita la musica all’estero rispetto al pubblico italiano? Quanto influiscono o pilotano il successo di un artista i media in Italia?
R- I media sono, ahimè, fondamentali. Penso sempre che in Conservatorio bisognerebbe inserire materie come Marketing e Pubbliche relazioni, per dare al musicista le conoscenze necessarie per districarsi nel mondo della musica, dello spettacolo e dello show business. Dico ahimè perché trovo assurdo che oggi sia più importante come ti vesti o quanto sei simpatico rispetto a quello che suoni e a come lo suoni. All’estero tendenzialmente la situazione è migliore, almeno nei Paesi dove ho avuto la fortuna di suonare quali la Russia, l’Argentina, il Cile e soprattutto il Giappone, dove c’è un rispetto per la musica eccezionale. E non sanno cosa voglia dire masterizzare e la parola mp3 non è nel loro vocabolario. Acquistano i CD! Pazzesco vero?
D – Immaginavi di arrivare dove sei adesso provenendo da una piccola cittadina come Teramo? Quale sarà il prossimo obiettivo da traguardare?
R- In realtà non immaginavo nulla, speravo si. L’ambizione, quella sana, deve assolutamente essere presente in ogni artista. Con la consapevolezza però che potrebbe anche non accadere quello che si spera, così da non cadere in depressione nel caso in cui si dovesse rimanere al palo.
PrimaPaginaWeb – di Lisa Di Giovanni