E’ un piccolo mammifero, diffuso in gran parte d’Europa.
Gli erinaceidi non devono essere considerati animali addomesticabili e appena possibile vanno rilasciati in natura in quanto animali selvatici; l’aspettativa media di vita è intorno ai 3 anni, ma in assenza di pericoli e soprattutto se tenuti lontano dalle strade, possono raggiungere anche i 10 anni di vita.
Misurano all’incirca dai 25-27 cm di lunghezza e un peso che si aggira intorno al kilogrammo, anche se questo può aumentare notevolmente fino a raddoppiare in vista dell’inverno. Il riccio presenta un cranio allungato e un piccolo cervello, la maggior parte del quale è deputata alla decodificazione dei segnali olfattivi, infatti il senso principale di questo piccolo animaletto è proprio l’olfatto. Il naso sempre umido è indice di una spiccata attività ghiandolare, finalizzata a mantenere sempre umida la mucosa olfattiva. La vista, invece, è meno sviluppata, riuscendo a vedere fino a 30 metri di distanza, di giorno, e fino a 12metri di notte. Mentre hanno sia un buon senso del tatto e dell’udito riuscendo a percepire anche gli ultrasuoni. Se disturbato o in condizioni di pericolo, è in grado di soffiare, emettere suoni o sbuffi fino a grida acute. In situazioni di paura a differenza degli altri animali non tenta la fuga, ma si immobilizza ed espone gli aculei e se toccato si appallottola su se stesso, grazie alla presenza di particolari muscoli corporei localizzati sulla sua schiena, divenendo così un’impenetrabile cortina di spine. Gli aculei che ricoprono completamente il dorso dell’animale, non sono altro che peli modificati, raggiungono anche i 2 cm di lunghezza, il cui colore varia in base alla stagione, infatti nel periodo invernale hanno un colore marrone più scuro rispetto alla stagione estiva dove tendono ad essere molto più chiari.
A questo cambiamento partecipa anche il pelo, che a seconda della stagione assume un colore chiaro o più scuro. Gli individui maschi si riconoscono per la presenza dell’organo genitale localizzato a livello della porzione centrale dell’addome mentre nella femmina l’orifizio anale e genitale, molto ravvicinati, sono situati sotto la base della coda. Si tratta di un animale notturno con abitudini solitarie, durante il giorno vive all’interno della sua tana, costruita solitamente all’interno di tronchi o cumuli di foglie, di notte esce alla ricerca di cibo percorrendo ampie distante, anche se si muove lentamente, è in grado di correre velocemente e si dimostra un ottimo nuotatore. Le zampe anteriore lasciano impronte più larghe rispetto alle posteriori, ma tutte le zampe son dotate di 5 dita. Si tratta di animali plantigradi, cioè per camminare poggiano a terra tutta la zampa come gli orsi.
Durante i mesi invernali (ottobre-aprile), quando le temperature ambientali scendono al di sotto dei 12° il riccio va in letargo, oppure nei giorni autunnali e primaverili più freddi può attraversare fasi semi-letargiche di minore durata. Prima della stagione invernale è molto importante che l’animale accumuli abbastanza risorse energetiche sotto forma di grasso tali da non morire per inedia. La maggior parte dei ritrovamenti di ricci all’interno dei nostri giardini o lungo le strade avviene proprio per questo motivo nella stagione estiva. Nel caso in cui ci si trovi nella necessità di accudire, momentaneamente , un riccio è importante costruirgli una tana con una scatola di legno, non molto più grande dell’esemplare stesso, provvista di un’apertura laterale con fondo realizzato con carta di giornale o in modo tale da garantire all’animale una temperatura intorno ai 18-22°C e lasciando all’animale la possibilità di muoversi nelle ore notturne in uno spazio di almeno due metri. La sua alimentazione deve contenere un’elevata quantità di proteine, può essere alimentato con mangime completo per cani e gatti, carne macinata, uova e carote bollite e frutta varia matura, importantissimo evitare di fornire all’animale latte e derivati (data la loro intolleranza al lattosio), dolciumi e farinacei. L’acqua deve essere sempre a disposizione e cambiata di frequente. Se il vostro trovatello, vi sembrasse abbattuto, ferito o con qualche parassitosi (zecche ad esempio) non esitate a contattare il vostro veterinario di fiducia!
PrimaPagina, edizione settembre 2014 – di Dott.ssa Alessandra D’Andrea