Interamnia Ensemble è un’orchestra da camera nata nell’aprile del 2004, quasi per gioco, non troppo diversamente da una boy band liceale. Da lì si sono moltiplicate occasioni ed esperienze che in breve hanno portato questa piccola realtà a togliersi delle importanti soddisfazioni, partecipando a festival nazionali e fondandone uno proprio dal titolo “Le chiavi della musica”,
alla sua seconda edizione. Incontriamo uno dei fondatori, nonché coordinatore e primo violino dell’Ensemble, Alessandro Ascani. Qualche cenno dell’atmosfera degli inizi? “Gli inizi sono stati pioneristici: avevamo solo una piccola sala per provare nella sede del comitato di quartiere ‘Santo Spirito’. C’era una grande voglia di studiare insieme e di mettere a frutto i nostri studi musicali che, per molti, erano ancora in fieri. Insomma: nessuno di noi era diplomato nel proprio strumento e molti non avevano neanche sostenuto l’esame di ottavo.” Come dire: avete gettato il cuore oltre l’ostacolo. “Sì, in un certo senso… volevamo studiare ed era bello che nessuno si sentisse già arrivato, ma che tutti facessero i conti con le proprie difficoltà tecniche.” Collaborare insieme, in sette, con tante idee e pensieri diversi… “È certamente la parte più diffi cile, ma anche quella che ci appassiona di più. Ormai ci conosciamo bene, sappiamo come prenderci ed è importante. Ci piace mettere insieme le nostre idee, studiare, proporre dei programmi. E’qualcosa di estremamente creativo che ci piace fare insieme.” Se non sbaglio, poi, voi siete un po’ come la Orpheus Chamber Orchestra, che suona senza direttore. Giusto? “Solo in parte: per quanto riguarda lo studio siamo effettivamente da soli; poi il materiale lo poniamo al direttore che ci dirigerà in concerto. Comunque, diverse volte abbiamo suonato anche senza direttore, proprio come la Orpheus.” Come è oggi l’Interamnia Ensemble? “Una realtà che poggia su sette orchestrali fissi e che con gli allargati arriva fino a quindici. Proviamo nella ‘Taverna Quattro-Quarti’ (vecchio nome dell’orchestra) ed è importante che la prova finisca con una bella bruschettata. È una realtà che è cresciuta arrivando ad importanti collaborazioni e ad esperienze fondamentali come una tournée in Cina in collaborazione con l’orchestra Abruzzo Musica e al festival Fabbriche di Roma. La nostra soddisfazione è che molti dei contatti di lavoro gli abbiamo avuti dopo essere stati ascoltati e apprezzati. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto degli enti locali, in particolare della Fondazione Tercas” Quali sono i progetti a cui state adesso lavorando? “La seconda edizione del nostro festival ‘Le chiavi della musica’: speriamo di bissare il successo dell’anno scorso…” Ma tutto cominciò quando… Vittoria Verducci (viola) “Ricordo una telefonata ed Eugenia che mi proponeva di far parte dell’orchestra. Dopo qualche timore dovuto alla mia timidezza l’entusiasmo e la disponibilità degli altri mi tranquillizzarono:due caratteristiche che non ci hanno mai abbandonato. Da allora quel gruppo di ragazzi che provava a suonare insieme si è poi trasformato in un gruppo di amici che fa musica!” Patrick Ruggieri Ravalson (violino) “Quando Alessandro mi chiese di dare una mano all’orchestra accettai subito, anche se non conoscevo bene tutti i componenti. Da subito serietà e impegno sono state le prerogative fondamentali, perché non è mai facile suonare insieme. Poi, nel tempo, sono cambiate anche esigenze e ambizioni, facendoci maturare anche attraverso delle piccole crisi, sempre ben superate. La gratitudine e la stima verso Alessandro è tanta: sono contento della sua stima e di quelli di tutti, ovviamente reciproca.” Eugenia Di Bonaventura (violoncello): “Ogni settimana andavamo in un paesino delle Marche per studiare in un’orchestra in un piccolo teatro freddo e squallido. Però ci andava bene così. Eravamo presi dalla musica e sognavamo di creare, da amici, qualcosa di nostro. Abbiamo deciso tutto, quasi senza parlare, sebbene oltre alla grinta, all’amicizia e alla voglia di suonare non avevamo altro. Non importava. Quella piccola orchestra era un gioco, ma intanto la musica cresceva silenziosamente dentro di noi, e noi crescevamo di riflesso.” Arianna La Rosa (violino) “Ricordo bene il giorno in cui con Alessandro ed Eugenia si parlava di realizzare un nostro progetto in musica. Ci siamo messi subito all’opera e, col tempo, non abbiamo più potuto fare a meno di quello stare insieme e la realtà dell’orchestra si è intrecciata con quella di amici. Impegno, costanza ed entusiasmo sono sempre all’ordine del giorno, come le idee che ognuno di noi ha reso fruibili a tutti insieme alle proprie competenze e capacità. Vogliamo comunicare in musica ciò che ci contraddistingue: tenacia, volontà, autocritica ma, soprattutto, un profondo legame di amicizia.”Alessio Fratoni (contrabbasso) “Gli inizi non sono stati facili: mi sono inserito in corsa in una realtà che era già avviata, ma tutto è andato bene. Oggi, il primo pensiero che ho quando penso alla nostra orchestra è quello di un gruppo più unito in alcuni momenti e meno in altri ma che nel corso degli anni è sempre riuscito a superare le diffi coltà e le incomprensioni; credo che questo sia il miglior modo in cui poter crescere sia a livello umano e musicale! È stata la migliore scuola che potessi frequentare perché non c’è insegnante che possa far capire ad un allievo cosa signifi chi suonare in un gruppo, saper ascoltare gli altri e sentirsi parte di una melodia senza pensare solo a se stessi!”