Al contrario di quanto dichiarato in Regione un anno fa, in merito al piano sanitario che prevedeva 7 postazioni medicalizzate per la provincia di Teramo (a fronte delle 4 già esistenti) e di cui una a Basciano per servire le zone montane, la realtà è ben diversa e in questo caso anche drammatica. E’ successo a Intermesoli, ieri sera, quando una richiesta di soccorso è arrivata dopo le 20, ora in cui l’ambulanza più vicina, quella della Croce Bianca a Montorio, finisce l’attività in convenzione per riprenderla alle 8 del mattino: la concomitanza con altri interventi di soccorso in emergenza che tenevano impegnati altrove i mezzi della Croce Rossa e del 118, ha fatto sì che l’ambulanza arrivasse soltanto dopo diverso tempo, con le conseguenze del caso. Il paziente – che nel frattempo ha avuto una crisi respiratoria risolta dal medico di guardia presente sul posto – è stato assistito perfino dai carabinieri della stazione di Pietracamela, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza di base e poi anche dell’auto medica. L’accaduto ha mostrato così tutta la sua drammatica evidenza. «Non capiamo perchè noi cittadini dell’area montana dobbiamo subire questa situazione – ha dichiarato un’arrabbiata vicesindaco di Pietracamela, Federica Intini, che è stata diretta testimone dell’accaduto – Anche se siamo poche anime perchè dobbiamo subire una carenza di sanità così grave? Ce lo dicano che non sono in grado, cercheremo di verificare assieme agli altri comuni quali possibilità abbiamo per rendere più pronta una risposta all’emergenza. Ma non vorremo che si ripetessero casi drammatici come quello di ieri sera: due ore per arrivare in ospedale dalla richiesta è aberrante, e la colpa non è certo dei soccorritori, ma di un sistema che così non può funzionare». Il problema è vecchio: due sole ambulanze di notte per un territorio che va da Mosciano a Crognaleto sono insufficienti e il sistema rischia di non garantire l’emergenza necessaria salvare vite umane.