Alcuni bimbi vengono arbitrariamente definiti “cattivi”, soprattutto coloro che non riescono a controllare il proprio comportamento caratterizzato da:• Impulsività: incapacità di attendere il proprio turno, incapacità di controllare i propri impulsi, non riuscire a stare fermi avvertendo l’esigenza di alzarsi senza uno scopo o un obiettivo ben preciso. • Disattenzione: ogni stimolo esterno è fonte di distrazione e l’attenzione si esaurisce in pochi minuti. Incostanza nello svolgimento di attività. Sembra
che la sua testa “sia altrove”. • Iperattività: eccessiva attività motoria. È come se il piccolo fosse animato da un’energia interna inesauribile. Egli dimostra di non essere in grado di regolare la propria condotta in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. Probabilmente, questi bambini possono presentare l’ADHD (Attention Defi citHyeractivity Disorder) un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. La diagnosi clinica deve essere necessariamente formulata da un’équipe (neuropsichiatra infantile, psicologo,…) che prenda in esame aspetti diversi del disturbo e accerti la presenza di almeno sei dei nove sintomi di inattenzione e/o iperattività per un periodo minimo di sei mesi. Inoltre è essenziale riscontrare che i sintomi abbiano un esordio prima dei sette anni di età, che siano evidenti in almeno due contesti di vita (a casa, a scuola, in abitualiambienti di gioco), che siano la causa di una significativa compromissione del funzionamento globale del piccolo. Se il bambino presenta tali atteggiamenti, ma non ha problemi di adattamento a casa, a scuola e di rendimento scolastico, non ci sono gli estremi per affermare che si è di fronte ad un disturbo dell’attenzione e di perattività. L’ADHD è caratterizzato da iperattività impulsività e/o dal disturbo dell’attenzione. Il DSM-IV (manuale diagnostico estatistico) distingue tre forme cliniche: 1. Prevalentemente inattentiva 2. Prevalentemente iperattiva 3. Combinata Le principali cause sono riconducibili a fattori di natura ereditaria e neurobiologica. Sono deficitarie le capacità di autoregolazione nell’utilizzo delle risorse attentive, non vengono messe in atto, spontaneamente e in modo autonomo, riflessioni sulle conseguenze del proprio comportamento. A ciò possono associarsi difficoltà relazionali, difficoltà scolastiche, scarsa autostima. I bambini affetti datale disturbo evolutivo sono a rischio di fallimento relazionale e scolastico. Pertanto, visto l’aumento di segnalazioni di alunni con diagnosi ADHD, di recente, il MIUR (Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca)ha emanato una circolare avente come oggetto il “Disturbo di attenzione ed iperattività”. In essa vengono proposti indicazioni e accorgimenti didattici destinati ad agevolare il percorso didattico dei suddetti alunni. Grazie all’alleanza educativa, i genitori e gli insegnanti dovranno contenere le difficoltà del bambino con ADHD ed insegnargli come adattarsi meglio nell’ambiente in cui vive. Compito non facile, ma possibile, per garantire soprattutto al piccolo stima di sé e la possibilità di riconoscersi come persona degna di rispetto e di amore. A tal proposito, dal 16 al 17 settembre 2011, presso l’Oasi dello Spirito, a Montesilvano(Pe), VIII Congresso Nazionale AIDAI (Ass. It. Disturbi di Attenzione Iperattività), dal titolo “DISTURBO DADEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ”, organizzato dall’AIDAI e dall’AIRIPA (Ass. It. ricerca e intervento in psicopatologia dell’apprendimento), con il patrocinio di: Lions, Regione Abruzzo, Provincia di Chieti, Comune di Vasto, Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo, Ordine degli Psicologi dell’Abruzzo, Fondazione Padre Alberto Mileno, Ex I.R.R.E. Abruzzo.