E’ un percorso glorioso e pieno di risultati eccellenti quello della squadra di Rugby Club de L’Aquila.
Più volte campioni d’Italia, spesso proprio in momenti in cui le risorse economiche della Regione Abruzzo erano ben scarne: ma questo ha reso, negli anni, ancora più emozionante il raggiungimento di risultati così prestigiosi e di alto livello.
Dalla data del tremendo sisma del 6 aprile 2009, la squadra si è legata indissolubilmente alla città de L’Aquila. I giocatori hanno infatti partecipato ai soccorsi del post terremoto con uno spirito di squadra e di abnegazione fuori dal comune, soccorrendo chi era in difficoltà, come ad esempio aiutando a mettere in salvo di pazienti del reparto Geriatrìa dell’Ospedale Regionale.
Al Capitano della Squadra, Simon Picone, abbiamo rivolto alcune domande per conoscere meglio e di più la loro avvincente avventura e le loro prossime sfide.
Capitano, ci parli del suo ruolo. Da quando ricopre questa carica?
“Ricopro il ruolo di capitano da agosto 2014, periodo nel quale sono arrivato a L’Aquila, dopo aver giocato prima a Viterbo e col Treviso Calvisano”.
Domani, 6 dicembre, disputerete il Trofeo Eccellenza: ci può spiegare di cosa si tratta?
“Si tratta della vecchia Coppa Italia. Viene suddiviso a livello interregionale. Noi infatti siamo inseriti in un girone insieme a due squadre romane, Lazio e Fiamme Oro. La prima di ogni girone andrà a scontrarsi in una semifinale per poi poter accedere alla fase finale del torneo”.
Siete una eccellenza dello sport abruzzese e nazionale, anche con il sostegno alla vostra città dal terremoto in poi. Avete in programma altre manifestazioni a beneficio dei terremotati?
“Che io sappia no, essendo arrivato da poco sono poco preparato sull’argomento, ma sicuramente la società sosterrà altre iniziative a sostegno dei terremotati, come ha già fatto in passato. Ricordiamoci, tra l’altro, che L’Aquila Rugby ha perso un proprio atleta nel sisma del 2009, quindi sicuramente non mancherà mai il nostro sostegno solidale per il capoluogo abruzzese”.
Come reagisce la gente abruzzese che viene a seguirvi? E’ amato questo sport?
“A L’Aquila questo sport è molto amato e seguito. La stagione non è cominciata nel migliore dei modi, ma abbiamo tutto il tempo per rilanciarci. E sicuramente il nostro pubblico sarà il nostro sedicesimo uomo in campo, visto che si gioca in quindici, e sarà parte fondamentale del nostro programma di rilancio”.
Le vostre partite sono sempre all’insegna della correttezza e del fair play. E pari comportamento hanno i vostri tifosi. Quale messaggio invierebbe ai facinorosi di altri sport che non riescono a recepire questa regola di base dello sport sano?
“Il mio messaggio è molto semplice: io paragono il rugby alla vita, ossia rispetto ed onestà. Nella vita nei confronti del prossimo, nel rugby verso l’avversario e l’arbitro. Negli altri sport, su tutti il calcio, girano troppi interessi economici e visibilità. Per questo motivo assistiamo ad episodi violenti che poco, anzi nulla, hanno a che vedere con lo sport vero e proprio”.
PrimaPagina – di Alessandro Catucci