La fragilità dell’animo umano e le paure della vita
di Mafalda Bruno – primapaginaweb.it
Il tragico evento dell’aereo Germanwings schiantatosi sulle Alpi francesi ha rimesso sul tavolo della vita di ognuno di noi alcune riflessioni che ci riguardano ogni giorno, nel bene e nel male.
Riepilogando brevemente i fatti purtroppo tragicamente noti, la Lufthansa ha permesso ad un ragazzo 27enne, Andreas Lubitz, affetto da gravi sintomi depressivi, di fare da copilota sul volo Barcellona-Dusseldorf, con il nefasto epilogo che ne è conseguito per la vita di 150 passeggeri.
“Così percossa e attonita, la terra al nunzio sta” direbbe Manzoni. Questi sono i classici casi, per fortuna rari, in cui l’umanità resta spiazzata e smarrita, con la stessa sensazione di sconcerto impotente che colse il mondo intero l’11 settembre 2001.
Riflettendo su queste tragedie non è fuori luogo pensare al nostro vivere quotidiano: il senso di impotenza, di imprevedibilità degli eventi, di ineluttabilità davanti a ciò che non riusciamo a prevedere e spiegarci razionalmente, ci fanno compagnia in tutte le fasi della nostra vita.
Siamo esseri umani che debbono fidarsi di altri esseri umani: è una catena quotidiana, perenne, impossibile da spezzare, nelle grandi come nelle piccole cose. Io mi fido del mio parrucchiere, Orlando, sapendo che lui ha esperienza e pratica sufficiente per avere cura della mia testa, mi metto nelle sue mani, fiduciosamente certa che non mi brucerà i capelli o mi farà uno scalpo non richiesto. E mi affido a lui. Devo affidarmi a lui.
Una mamma manda i figli a scuola, allo stadio, alle giostre, perchè li considera luoghi sicuri..e invece quante cose gravi e brutte accadono in questi luoghi considerati “sicuri”?
Non c’è alcun posto sicuro nel mondo che ci circonda. Quanti incidenti avvengono all’interno delle mura domestiche? E quale posto sarebbe, a rigor di logica, da considerare più sicuro che casa propria?
La fatalità è un “mostro” che sarà al nostro fianco per sempre, ci farà compagnia finchè siamo in vita, accompagnerà le nostre azioni attimo dopo attimo. Nessuna tecnologia avanzata, nessuna scoperta scientifica eclatante, potrà mai farci sentire al sicuro da una potenza del creato, altrettanto mostruosa: la mente umana. Sicuri? Non possiamo esserlo di niente, di nessuno e in nessun luogo. Quadro forse desolante, ma reale, che aggiunge un aggettivo qualificativo alla nostra esistenza, forse il più vero di tutti: vulnerabile.
A posteriori poi, fanno quasi sorridere i tentativi di mettere pezze a queste grandi tragedie: più controlli severi negli aeroporti dopo l’11 settembre, mai più due soli piloti in cabina degli aerei ecc. Uomini che si affannano a trovare soluzioni per contrastare la follia di altri esseri umani. Va bene, ci sta: ci sta il darsi da fare in ogni modo possibile per rasserenare gli animi contro la paura ed il terrore. Ma la realtà è che davanti all’imprevedibile siamo e saremo sempre impreparati, senza difesa alcuna. E’ la fragilità umana insita nel fatto di essere persone vive.
L’unica arma a disposizione rimane quella di fare il massimo per cercare di prevenire e limitare i danni dell’imprevedibilità, ma con la necessaria saggezza e cautela, coscienti che i rischi a cui siamo sottoposti non sono mai del tutto eliminabili: magari lo fossero! Senza cadere preda di ossessioni che ci impedirebbero di uscire di casa, di mangiare, di lavorare, di viaggiare, di dormire.
Terrori che ci impedirebbero di vivere.