Annullamento del matrimonio: anche l’anoressia tra le
possibili cause
di Di Carlo Avv. Simonetta
Il Codice di Diritto Canonico definisce la natura delle cause che possono essere ritenute valide per l’annullamento del matrimonio. Partendo dal presupposto che il matrimonio cristiano è fondato su principi di unità, indissolubilità, condivisione del progetto familiare e procreazione, i futuri coniugi devono essere perfettamente in grado di capire questi aspetti essenziali e quindi avere la necessaria maturità per assumersene le responsabilità. Ma questa consapevolezza può essere incrinata o falsata da incapacità di comprenderne il significato, a causa (per esempio) di psicopatologie incompatibili con una piena vita matrimoniale oppure da altre anomalie psichiche, quali le dipendenze da droghe o alcool, che possono dare origine, se presenti al momento del consenso, a situazioni che rendono incapace il soggetto ad emettere un consenso valido. La norma 1095, c. 3 del Codice Canonico si è trovata negli anni ad essere applicata a situazioni sconosciute all’epoca della sua promulgazione perché tra le cause che possono rendere nullo un matrimonio è stata inserita anche l’anoressia. Una malattia che colpisce in prevalenza donne giovani, culturalmente e intellettualmente elevate, inquadrata scientificamente tra i disturbi alimentari, ma che in alcuni casi si può accompagnare ad altri disturbi di natura psichica, che possono influire sul consenso coniugale, in modo da viziare sostanzialmente la capacità di comprendere e di scegliere il matrimonio. Non è quindi il disturbo alimentare in sé che può determinare la nullità del matrimonio, ma le conseguenze di natura psichica che tale disturbo può comportare.