Segue le orme del suo grande papà Ivan, compianto artista italiano, Filippo Graziani, giovane interprete e cantautore, che vanta con orgoglio le sue origini teramane nel panorama musicale nazionale. Ascoltarlo cantare con il carisma e la voce che assomiglia molto a quella del genitore, maestro di vita e di musica, suscita emozioni forti, e parlare con lui dei ricordi legati alla sua famiglia, dei progetti per il futuro e dell’attaccamento all’Abruzzo è davvero emozionante. Questa giovane promessa, non solo bravo e preparato, ma profondo e intelligente, ha respirato musica fin dalla nascita.
Filippo Graziani quando ha deciso di diventare un cantante? In realtà non l’ho deciso; è stata una scelta maturata da sola e con il tempo. Fondamentale per la mia formazione è stato crescere in un ambiente di artisti e canzoni perché hai la possibilità di capire, discutere, respirare, amare la musica. Spero davvero di poter fare questo lavoro per sempre e di farlo al meglio.
Lei è un cantautore; dove trae l’ispirazione per comporre i suoi versi? Osservo la vita reale; vedo, percepisco, scrivo. La natura, poi, è la mia principale musa e in questo la mia terra d’origine, l’Abruzzo, con la sua montagna e i suoi paesaggi sono un’ottima fonte di ispirazione. Anche lei come molti suoi coetanei ha avuto una parentesi americana; quanto le è servita? E cosa dà l’estero ai giovani? Trasferirmi per un periodo a New York, esibirmi nel locali, mi è servito tantissimo perché mi ha dato un punto di vista e degli stimoli nuovi. Lo consiglio a tutti; la musica è universale, ma lì cambia il modo di fruirla e questo costituisce un valore aggiunto.
Poi, però, è tornato in Italia per il tour “ Viaggi e intemperie”, omaggio alla produzione di suo padre. Cosa ha significato per lei? E’ stata un’esperienza unica ed emozionante dal punto di vista musicale perché ho conosciuto tutto il repertorio di papà e l’ho amato e soprattutto dal punto di vista affettivo. Quest’anno ha avuto la consacrazione del grande pubblico partecipando a Sanremo.
Cosa ha provato? Sanremo è una vetrina importante che mi ha permesso di emanciparmi e di conoscere un universo musicale diverso. Sicuramente è un punto di partenza per nuove esperienze.
La sua canzone “Le cose belle” che poi è anche il titolo dell’album e del tour parla di promesse, disillusione, poche certezze, generazione a spasso, bastonate, consumismo.
Ma la nostra è davvero una “generazione in crisi”? Basta guardarsi intorno e si percepisce tutto questo. Ci sono molti problemi pratici legati al lavoro e alla disoccupazione, ma anche una crisi valoriale e identitaria. E l’universo materiale e quello emotivo sono in stretta connessione: l’uno scaturisce dall’altro e influenza l’altro. E così si genera incomunicabilità e apatia, mancanza di stimoli e paura di guardarsi dentro.
Quali sono per Filippo le “cose belle” e perché esse , a volte, fanno male? Le cose belle non sono tangibili; sono le sensazioni, le promesse, le aspettative per un futuro roseo e per l’esaudimento dei desideri. Quando esse non si realizzano, o non vengono mantenute, quando si viene delusi possono far male. E noi giovani, fin da piccoli, siamo cresciuti con l’illusione delle cose belle, con la promessa di un futuro di realizzazione che non è mai arrivato. Il suo tour è iniziato a Pescara; nella sua canzone sanremese cita il Gran Sasso; quanto Filippo si sente legato alle sue origini teramane? Tantissimo, soprattutto negli ultimi anni ho scoperto molto la mia “abruzzesità”. Frequento assiduamente la terra delle mie origini, ho tanti amici e attraverso i concerti ho visitato posti e paesi ritrovando sapori, odori, ricordi di quando ero piccolo. In fondo penso di aver riscoperto cose che sono dentro di me da sempre.
APensa che Teramo abbia adeguatamente onorato la memoria di suo padre? Assolutamente sì. Una riconoscenza estrema che si manifesta nel calore della gente, nel tutto esaurito ai concerti. La mia famiglia è molto amata e io mi sento bene, acclamato, accettato, mi sento a casa mia.
Qual è il ricordo più bello legato alla sua infanzia in Abruzzo? E’ legato ai miei nonni paterni che abitavano a Campo della Fiera, ma anche alla casa al mare a Giulianova. E questo mi evoca un pensiero triste, di un incidente grave, proprio nella località costiera, che mi ha visto protagonista da piccolo. L’Abruzzo rappresenta le mie origini, quelle di mio padre che mi ha dato la vita; è una parte di me e il superamento di quel brutto episodio mi ha fatto nascere due volte.
PrimaPagina edizione Maggio 2014 – di Adele Di feliciantonio