La bocciatura che il governo di Giorgia Meloni ha riportato sullo scostamento di bilancio che è una variazione tra le entrate e le uscite e implica quindi un maggiore indebitamento dello Stato e va approvato da entrambe le Camere a maggioranza assoluta, risulta quanto mai sorprendente sia perché imprevisto, sia perché le motivazioni addotte per spiegare quanto accaduto, risultano essere non certo un’attenuante ma un’aggravante perché dimostrano l’inadeguatezza di quanti siedono in Parlamento e non conoscono i meccanismi parlamentari.
Si tratta di non conoscere soprattutto la Costituzione che, all’articolo 81, recita quanto segue sullo scostamento di bilancio: “Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta, perché lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi favorevoli del ciclo economico”. Il testo presentato dal Consiglio dei Ministri, è stato successivamente approvato sia alla Camera che al Senato, ma l’episodio lascerà sicuramente il segno sui partiti, nessuno escluso, costringendoli a non dare nulla per scontato.
La pacchia è finita per deputati e senatori ma i numeri blindati obbligano tutti ad essere più responsabili, più istituzionali perché si tratta di un brutto precedente che pone ancora una volta al centro dell’attenzione la qualità della classe politica al governo e in Parlamento alimentando diffidenze e riserve sulle effettive capacità dell’Italia di utilizzare in modo ottimale i fondi europei del P.N.R.R.
Altro autogol quello della Sinistra, dove la Schlein a neanche due mesi dalla vittoria alle primarie del PD, ha pensato bene di concedere proprio il 25 aprile, festa della Liberazione, un’intervista a Vogue in cui spiazzando tutti ha parlato dell’armocromia che sarebbe l’analisi e lo studio dei colori più indicati nel vestire, in armonia con quelli naturali di ognuno di noi.
Si tratta in sintesi di una consulente d’immagine, chiamata armocromista, che viene pagata da 140 a 400 euro l’ora ma che per la Schlein pratica un trattamento economico di favore. Allora dov’è il partito dei lavoratori dove le parole d’ordine erano quelle dell’uguaglianza, della giustizia sociale, della dignità del lavoro, contro lo sfruttamento e il precariato largamente diffuso nel nostro Paese?
I malumori nel PD sono palesi e lo scontento è presente in una larga fetta del partito che fatica, ogni giorno di più a ritrovare la sua identità di Sinistra, di partito della lotta ai privilegi, alla ricchezza, che parla con un linguaggio inclusivo a tutti e a tutte, invece di essere il partito delle élites o quello personale della Schlein che decide da sola e non ascolta nessuno.
Sarebbe auspicabile, al contrario, maggiore consapevolezza della posta in gioco da parte della segretaria del PD, se si coltiva l’ambizione di far bene e di durare e di guardare con rispetto all’esperienza degli altri nell’esercizio del potere di per sé tanto difficile. Compito della politica e di chi la rappresenta, è quello di superare eventuali stalli che si possono sempre presentare nella gestione di un Paese e di ricomporre il tutto, in un progetto che sia il superamento di quanto accaduto.
Evocare tempi passati o assecondare un elettorato sempre più volubile, può nell’immediato far guadagnare consensi ma non porta molto lontano. Abbiamo bisogno di politici che non ci ingannino, che sappiano raggiungerci con parole, con discorsi che ci aiutino a capire e agire, che creino consenso e non divisione.
Angela Casilli