INTERVISTA AL PRESIDENTE DI BANCATERCAS

nisiiQuesta intervista è stata rilasciata lo scorso anno , dal Presidente di Bancatercas, Avv. Lino Nisii, in occasione del riconoscimento che l’istituto aveva ricevuto in base alla statistica redatta dalla rivista economica BANCA E FINANZA. In quella occasione fu richiesto al Presidente la sua opinione sulla situazione economica della provincia di Teramo in cui, l’istituto bancario da lui presieduto, e che un tempo si chiamava Cassa di Risparmio

della Provincia di Teramo, rappresenta uno degli elementi fondanti di questa economia. Soprattutto in questa fase di crisi globale, infatti, l’essere riusciti a mantenersi solidi e produttivi, senza ricorrere a misure drastiche, ha messo in evidenza un successo che solo una profonda conoscenza del territorio e delle sue peculiarità, può aver determinato. Da sempre presente nel tessuto economico della città e della provincia di Teramo, oggi l’istituto vive una forte spinta espansionistica, passando da un modello territoriale localizzato ad un modello di crescita di più ampio respiro. La situazione appare ancora più interessante se si pensa che la recessione, in generale, non sembra suggerire panorami di sviluppo, ma la recente fusione con la CARIPE ripropone l’attualità di quanto dichiarato e soprattutto offre nuovi spunti di analisi sull’argomento: Presidente, continua per Banca Tercas il positivo riconoscimento che da alcuni anni ottiene per le performances nell’ambito della solidità, redditività e produttività, secondo la classifica stilata da BancaFinanza. Tra le cosiddette “piccole”, Banca Tercas è la numero uno. A cosa si deve il suo successo? Sicuramente il successo è figlio di molti padri. Innanzitutto va ricordato che Banca Tercas si è sempre contraddistinta per una politica di crescita che ha privilegiato la solidità e l’avversione a rischi puramente finanziari. Anche in momenti nei quali il mercato sembrava premiare scelte differenti, l’Istituto ha mantenuto un approccio “tradizionale” al “fare Banca”. Da sempre la storia della banca è anche la storia della trasformazione economica, sociale e culturale della nostra città. Da istituto fortemente localizzato sul territorio teramano a banca dei territori, con una forte espansione extra regionale. Perdita di una vocazione o esportazione di un modello vincente? La banca ha cercato di coniugare la sua vocazione di banca del territorio con le esigenze di un necessario sviluppo in territori diversi, dove abbiamo esportato la nostra identità direi con un buon successo. Come si è trasformato il tessuto economico della nostra provincia negli anni? Come prima accennavo la storia della nostra provincia e’ mutata: dalla iniziale vocazione agricola a fucina di imprenditoria di eccellenza sia nel tessile come pure nella tecnologia di eccellenza. Quali sono stati i settori economici che sono rimasti più indietro e quali invece quelli che hanno avuto un maggior incremento? La ricchezza del paesaggio che come pochi racchiude in 50 chilometri la neve e il mare, non vede una altrettanta attenzione alla valorizzazione del settore turistico che dopo un iniziale spunto negli anni a cavallo tra il ’70 e gli ’80 non si connota certo per iniziative di rilievo. Contralto a tale situazione e’ invece il settore tessile con eccellenze a livello nazionale e mondiale come pure una buona ripresa si evidenzia nella produzione di vini di elevata qualità anche da parte di una giovane imprenditoria che lasciano ben sperare per il futuro. La media e piccola imprenditoria teramana come sta reagendo alla crisi e alla caduta dei consumi? Assistiamo a diverse interessanti iniziative come la creazione dei distretti per quanto riguarda il commercio, come pure la diversificazione ed la riconversione in settori a maggiore sviluppo per quanto concerne la imprenditoria di più classica definizione. Sicuramente lo sviluppo maggiore potrà aversi solo con iniziative legislative che permettano di “liberare” il potere di acquisto delle famiglie ma ciò e’ ovviamente compito della politica. La banca da sempre si connota per una particolare vicinanza alle necessità delle famiglie con interventi mirati volti a favorire una sana politica di assunzione del debito senza comprimere i consumi. Di recente è stato approvato un decreto regionale di riforma delle Confidi, come cambierà il rapporto tra le associazioni di categoria e le banche nell’ambito dell’accesso al credito e in che modo tale riforma potrà produrre effetti positivi sull’economia? I Confidi rappresentano una delle migliori espressioni del territorio. La banca ha aperto dei tavoli di consultazione con i locali Confidi al fine di delineare le migliori opportunita’ per le aziende aderenti e che troveranno un sicuro riflesso nella corretta erogazione del credito alle migliori condizioni. L’applicazione delle direttive internazionali riconducibili a Basilea II sono state ben espresse nella diversa connotazione dei Confidi con innegabili positivi effetti per il territorio. Il risparmio, i beni rifugio, gli investimenti. Come vivono invece le famiglie l’attuale situazione? Le famiglie residenti nel territorio di più tradizionale presenza della Banca sono state caratterizzate da una bassa propensione al rischi, cosa questa che le ha messe maggiormente al riparo da guadagni esagerati come da perdite devastanti. L’acquisto della casa, come la maggiore predilezione verso forme di investimento di elevata liquidità, rappresentano da sempre anche le linee guida nei suggerimenti che la Banca cerca di veicolare alla clientela interessata. Ciò ha comportato anche una minimale conflittualità riveniente dal collocamento di titoli ad elevata rischiosità. Quali sono, a suo avviso, le prospettive possibili per superare questo status di recessione in particolare per le piccole e medie imprese? Come accennavo prima, maggiori iniziative legislative volte alla liberazione del potere di investimento delle aziende sono condizione necessaria ed imprescindibile per poter agire sulla leva dello sviluppo. Solo tramite lo sviluppo e l’innovazione le fasi recessive dell’economia, che per loro natura sono cicliche e che quindi potranno ripetersi, possono essere affrontate con limitati timori. di Mira Carpineta