Magdi Cristiano Allam: “Siamo in guerra, l’Italia deve svegliarsi dal torpore”
Giornalista, politico e scrittore egiziano naturalizzato italiano, Magdi Cristiano Allam è da vari anni al centro di una diatriba – resa ancora più tragicamente attuale dopo i fatti sanguinosi di Parigi e quelli continui in Siria – tra chi sostiene che esiste un Islam moderato e chi, come lui, dichiara che Islam è solo sinonimo di violenza e morte.
Il suo libro, “Islam, siamo in guerra” ha di fatto ribaltato, o quantomeno messo in crisi, le convinzioni di molti italiani; e se Oriana Fallaci ha cercato (riuscendoci mica tanto) di aprire gli occhi agli italiani sulla realtà islamica, Magdi vuole che l’Italia gli occhi li spalanchi per bene, offrendo motivi ed argomentazioni, a riprova del suo pensiero, non per un “sentito dire” raccolto qua e là, ma per averlo vissuto sulla sua pelle per oltre 50 anni.
Garbo e gentile pacatezza di dialogo, Magdi tuttavia ci va giù pesante nel criticare il mondo islamico, condannando le numerose associazioni che ritiene estremiste, ed ammonisce l’Italia a guardarsi bene dal facilitare la costruzione di nuove moschee, focolai di rapporti occulti con gruppi terroristici. Teorie e convinzioni che lo costringono a vivere sotto scorta a causa di minacce esplicite di morte pervenutegli da estremisti islamici.
PrimaPagina ha avuto il piacere di colloquiare con lui.
Magdi, il tuo libro genera tanti arrovellamenti di pensiero. L’Italia, geneticamente di mente aperta e tollerante, è convinta che ci sia un Islam moderato che va rispettato ed aiutato ad integrarsi con noi… invece?”
“Invece NO, e continuando a non volere guardare in faccia la realtà, l’Italia si sta comportando come un’aspirante suicida. L’ Isis ha già additato l’Italia come un nemico da combattere e troppo tempo si è già perso, e stiamo perdendo, per intervenire militarmente a salvaguardia della nostra sicurezza”.
Il Governo tunisino ha chiuso 80 moschee per il rischio terrorismo islamico mentre da noi si ventila la possibilità di aprirne di nuove. Un commento?
“Dobbiamo prendere atto che siamo in guerra e assumere di conseguenzai provvedimenti necessari a fronteggiare questa drammatica emergenza, potenziando le forze dell’Ordine, le Forze Armate, i servizi di intelligence, e al pari della Francia, chiudere le moschee dove si fomenta e si inneggia all’odio, altro che aprirne di nuove! Dobbiamo bonificare gli spazi dove, attraverso il lavaggio di cervello, si predica la morte, dove si propaganda la guerra. Non basta espellere singole persone colte con le mani nel sacco, qualche Imam qua e là, le moschee vanno chiuse prima che sia troppo tardi. Abbiamo a che fare con un terrorismo globalizzato, autoctono, endogeno, difficile da reprimere perchè fatto da uomini e donne pronti all’omicidio e al suicidio, che si fonda sulla diffusione della paura concepita come strumento per sottometterci. Intendono logorarci colpendo obiettivi non difendibili, massacrando indiscriminatamente la popolazione inerme nei punti di ritrovo sociali (bar, ristoranti, teatri ecc) e mettendo in tal modo gli addetti alla sicurezza nell’impossibilità di difendere tutto il territorio nazionale”.
Roma è alle porte di un Giubileo Straordinario che avverrà,purtroppo, sotto una minaccia concreta di attentati. Cosa pensi di questo evento?
“Penso che Papa Francesco avrebbe dovuto annullare il Giubileo. Consentendone la celebrazione, egli sta anzitutto mettendo a repentaglio la vita di milioni di persone, ma anche sottoponendo lo Stato italiano ad un dispiego di forze e di misure di sicurezza senza pari, con conseguenti aggravi anche economici, che ricadranno sulle spalle degli italiani, e che sarebbe stato sicuramente meglio destinare ad altri settori in sofferenza”.
Sai bene che rischi l’impopolarità, ma le tue critiche verso il Pontefice non finiscono qui. Giusto?
“Si lo so che è un Papa molto amato, ma io penso che anche recandosi a Lampedusa, nel 2013, Francesco ha di fatto impartito una sorta di benedizione all’immigrazione clandestina, alle numerose stragi di vite umane in mare, fomentando anche la speranza, sbagliata, che l’Italia sia il paese rifugio per tutti i disperati che fuggono dalle guerre. E non è così”.
Oriana Fallaci: l’hai conosciuta?
“Si, ci siamo frequentati in Italia, prima che decidesse di stabilirsi a vivere a New York e ci siamo spesso confrontati sulle tematiche riguardanti l’Islam. Le sue avvisaglie sul pericolo del terrorismo islamico erano, tuttavia, antecedenti l’11 settembre 2001, quindi avevano una connotazione diversa da quella che purtroppo siamo costretti a fronteggiare oggi”.
di Mafalda Bruno – PrimaPagina edizione Novembre 2015