“Ammedie” e “malùcchie”sono termini del dialetto teramano che indicano una stessa antica convinzione, secondo la quale attraverso gli occhi dell’invidiososi scaraventa sulla persona invidiata una sorta di fascinazione maligna che provoca sofferenza, mal di testa, stanchezza e nei bambini anche convulsioni. «Una volta venne a visitarmi una mia lontana parente che nel vedere mia nipote iniziò
ad esclamare che era bellissima così piccola e paffutella con quel suo viso angelico, i riccioli biondi e le gote rosse! Quando andò via la bambina iniziò a piangere, urlare e dimenarsi e non sapevo come calmarla! Mia madre le fece l’invidia e, subito, la bambina tornò tranquilla e serena». Racconta Maria, nata a Cavuccio sessant’anni fa. Contro il malocchio, tuttavia, esistono alcune formule, come afferma Linda che vive a Castellalto da ottant’anni: «Quando una persona è stata invidiata bisogna recitare per nove volte una particolare preghiera e contemporaneamente toccarle la fronte disegnando croci con le dita». Altrimenti, si utilizza un piatto pienod’acqua che si posiziona sopra la testa della persona colpita dal malocchio; nel piatto si versano nove gocce d’olio e sel’olio “se squaje”, ossia si divide in più gocce, allora la persona è stata invidiata. «A questo punto si prende un coltello e si fa il segno della croce per nove volte, tagliando l’acqua. Poi si ripete la preghiera disegnando croci sulla fronte della persona in questione». A parlare è nuovamente Maria, invece Gabriella afferma: “La preghiera che si deve recitare è segreta e può essere rinnovata, cioè tramandata ad un’altra persona, soltanto la notte della vigilia di Natale». Inoltre, per evitare di gettare il malocchio a qualcuno, prima di fargli i complimenti è necessario dire “Ddije l’abbenediche” cioè “Che Dio la benedica”. Come nel caso della stregoneria, anche contro l’invidia si utilizzano brevi cioè sacchetti contenenti ingredienti che variano di paese in paese. Spiega Maria: «Mia nonna portava sempre con sé un pezzettino di peperoncino, tre chicchi di semi di garofano e tre granelli di sale grosso». Gabriella indica di nuovo il sale come antidoto contro il malocchio: «Quando un bambino entra per la prima volta all’interno dell’abitazione di una parente, amico o vicino, per cautelarlo contro l’ammedie si regalano al piccolo tre cose come, ad esempio, il pane, le uova e il sale». Oggi, probabilmente, sono molti di meno quelli che credono nell’invidia rispetto a ieri. Eppure, la pratica di ricorrere a preghiere segrete, sacchetti contro il malocchio e protezioni per i bambini è ancora molto diffusa nei paesi che circondano Teramo, e non soltanto tra gli anziani. Insomma, che si tratti di fatti reali, credenze popolari o semplice superstizione è sempre meglio premunirsi!