Sottoscritto l’accordo tra il Comune di Pineto e l’Università “La Sapienza” di Roma per dare il via alle verifiche ambientali e territoriali necessarie alla realizzazione di un piccolo porto turistico e per la piccola pesca nella cittadina rivierasca. “Obiettivo dell’amministrazione – dice il vice-sindaco
Cleto Pallini – è raggiungere nel più breve tempo possibile la pubblicazione di un progetto di finanza per rendere fi nalmente realtà il progetto del porto. A questo proposito siamo orgogliosi di aver scelto un partner di prestigio com’è La Sapienza di Roma, una dei più grandi atenei d’Europa. Daremo grande e nuovo impulso al turismo: sono convinto che il progetto possa fornire, infatti, delle buone opportunità per rafforzare e creare nuove opportunità per lo sviluppo economico di Pineto”. Sembra strano in tempi di grave crisi economica, ma il porto di Giulianova non riesce a stare dietro alle richieste di postibarca. Ben venga allora quest’idea. Tuttavia, è evidente come manchi ancora la mentalità di consorziarsi: le “sette sorelle”- così sono state pomposamente defi nite le città costiere del teramano- sembrano zappare ognuna il proprio orticello. Non sarebbe male se, tra una sagra estiva e l’altra, ci si riunisse intorno ad un tavolo per affrontare il progetto di un solo interscambio marittimo, che desse però la possibilità di traffici commerciali accettabili. L’unico porto degno di tale nome in Abruzzo non è certo quello di Pescara, sito su un fiume che non si riesce nemmeno a dragare, ma quello di Ortona, con cinque moli, servito anche da un raccordo ferroviario. Qualche anno fa ci fu uno sciopero degli autotrasportatori. A chi chiedesse ad un’edicolante del lungomare i giornali la risposta era la seguente:” Eh, no, ha fatto sciopero il tir…” Viene veramente da ridere per non piangere, pensando che a pochi metri ci sono siti mal sfruttati che potrebbero servire anche e soprattutto come scalomerci. L’Italia è un paese con tantissimo mare che predilige però il trasporto su gomma (60% circa!) a quello aereo, ferroviario e marittimo. Davvero un grandissimo peccato. Ci sarebbero meno camion sulle strade, si eviterebbero le congestioni di un sistema infrastrutturale inadeguato e vecchio, ma nessuno prende l’iniziativa, forse per mancanza di idee e di coraggio, trincerandosi sempre dietro la litania del “non ci sono fondi, non arrivano né da Roma né dall’UE”. Certo, se poi non si chiedono, non arrivano di sicuro…