Abbiamo intervistato un noto violinista teramano, Andrea Castagna, apprezzato concertista e insegnante di Quartetto al conservatorio di Sassari. Partiamo subito dalle origini . Come, dove e quando hai iniziato a suonare il violino? Ho iniziato a suonare a quattro – cinque anni, ma non ricordo né come né dove. Raccontaci il momento più difficile, se
c’è stato, nella tua giovane carriera da musicista. L’adolescenza sicuramente è uno di quei momenti in cui sei attratto da tante cose, ma tenendo duro e con l’aiuto della famiglia, sono riuscito a proseguire e a conseguire tutti gli obiettivi che mi ero prefisso. Il primo applauso non si scorda mai, qual è stato il primo concerto che ti ha suscitato una forte emozione? Difficile da ricordare, ti emozioni ogni volta. Decisamente la prima esibizione pubblica rappresenta un turning point, poi le emozioni le trovi facendo cose nuove e sempre diverse. Il musicista non deve fermarsi mai, bisogna sperimentare, auto stimolarsi per essere costantemente nella giusta condizione. Questo per quanto concerne il lato mentale, poi c’è il lavoro strettamente pratico dove ognuno plasma la propria idea di musica secondo il suo stile di vita, le proprie conoscenze, coscienze. Un grande esecutore, Glenn Gould, alla fine della sua carriera da concertista ebbe il bisogno di comporre, potresti avere anche tu questa necessità? Quali i tuoi progetti per il futuro? Non ho aspirazioni da compositore, diciamo che io sono un esecutore nel senso stretto del termine, non oso sconfinare in territori che non mi interessano. Già è difficile fare discretamente una cosa, entrare in campi sconosciuti richiederebbe una gestazione molto sofferta, non bisogna sottovalutare questi aspetti. Specialmente chi esce da un corso di conservatorio vecchio stampo, ha un’ infarinatura generale della scrittura musicale, ma se non frequenta un corso di composizione approfondito, non si può definire erudito rispetto al mondo della costruzione del prodotto musicale. Concludiamo con un sorriso. Raccontaci un aneddoto simpatico che ti è capitato nel corso della tua intensa e giovane carriera. Ce ne sono parecchi, una volta dovevo eseguire la seconda Partita e la prima Sonata di Bach ad un concerto per violino solo. Stranamente avevo un abito blu più chiaro del solito e, appena salito sul palco, si ruppe la lampo dei pantaloni. Fu durante gli applausi, alla fi ne del primo tempo, che una signora, molto simpaticamente, me lo fece notare. Più che aneddoti simpatici conservo stretti nel mio cuore tanti bellissimi ricordi… Le persone, le culture, e le emozioni che incontro in giro per il mondo.