Pianista e direttore d’orchestra, Manfredo Dorindo Di Crescenzo è un musicista completo, professionista che da anni lavora in progetti di ampio respiro che però, purtroppo, non hanno ancora coinvolto la nostra città. Questa intervista, oltre a delineare il profilo dell’artista, vuole essere un augurio per future collaborazioni con la nostra città. Manfredo,
dirigere e suonare… come si conciliano questi due aspetti? “È stata la passione per la musica a condurmi: sono venuto fuori, naturalmente, come pianista. Sentivo però che l’esperienza di stare davanti ad un’orchestra mi avrebbe completato. L’obiettivo,sia che si diriga sia che si stia al pianoforte, è sempre la musica, nella sua bellezza: la natura del lavoro è la stessa.” Credo che per i musicisti (pianisti, violinisti, etc.) dirigere un’orchestra equivalga al sogno comune a molti italiani di allenare una squadra di calcio: forse perché è una speciale mistione di potere e creatività. Cosa ne pensi? “Può essere vero… l’importante però è che quando sei di fronte a trenta, quaranta strumentali non devi usare mezzucci. C’è sotto un grandelavoro, anche psicologico: alcuni orchestrali vanno incoraggiati con delicatezza, altri vanno ripresi in tono fermo e perentorio. Dipende dal loro carattere: occorre essere quasi degli psicologi! Comunque, lavorando per bene, si arriva a metterli nella condizione di essere inperfetta sintonia. Questo è l’importante.” La prima volta da direttore… “E’ stato un concerto tutto strumentale. Autori: Mozart, Elgar, Ciaikovskij. Un bel ricordo, una profonda emozione…” E il pianoforte? Sei tornato solista? “Con orchestra sì, mi è capitato. Ma concerti di solo pianoforte non li ho più fatti. Suono molto con formazioni cameristiche il cui repertorio spazia dalla musica classica, al tango (che adoro oltremodo!) fi no ad arrivare alla musica contemporanea. Con mia moglie Tiziana Perna suono in duo pianistico; di frequente lavoro col chitarrista Cristiano Poli Cappelli. Accompagno anche diverse cantanti, come la bravissima Beatriz Lozano, con cui ho avuto occasione di fare una tournée in Argentina.” Adesso, se non sbaglio, sei stato impegnato in spettacoli che riguardavano anche la danza… “Sì, si è trattato di una tournée che ha toccato diverse città italiane, dal nome: ‘ La Musica attraverso il Balletto’, con la Corelli Chamber Orchestra di Roseto degli Abruzzi e dalla Compagnia Euroballetto di Roma, diretta da Marco Realino. Il repertorio è stato costituito da pezzi di Ciaikovskij tratti dalle sue opere più popolari, Lago dei Cigni, Schiaccianoci, La bella addormentata nel bosco. Ne sono molto soddisfatto: siamo stati in tournée dal 1 al 16 gennaio, ottenendo una calorosa risposta da ogni pubblico, da Roma a Pescara, da Roseto a Fondi.” Un consiglio che senti di voler dare ai musicisti che si stanno affacciando nel mondo del professionismo… “Intanto di essere sempre perseveranti. So che può sembrare una frase fatta e quindi vuota. Ma è davvero così: conta davvero molto il desiderare un risultato da se stessi. Oggi con tutti i tagli che sono stati fatti alla cultura è sempre più diffi cile trovare gli spazi giusti per poter fare bene questo meraviglioso lavoro, così tile per la società. Solo chi avrà la forza di collaborare potrà venirne davvero fuori e continuare a mantenersi ad un livello importante. È la sfi da che ci attende per provare a risollevare la cultura nel nostro paese.”