Si chiama “La cupola” ed è il primo Club Alcologico territoriale (AICAT) della provincia di Teramo. È nato a Giulianova con sede in corso Garibaldi 16. Si tratta di un luogo in cui possono riunirsi le famiglie che hanno problemi alcool correlati. Ci spiega Tiziana Nepa:
“Si tratta innanzitutto di un’associazione senza scopo di lucro. Non ci sono soggetti che esercitano funzioni direttive. Lo scopo è facilitare la comunicazione tra famiglie. Abbiamo seguito un corso di sensibilizzazione per ottenere la qualifica di “servitore insegnante”, ruolo che condivido con Piergiorgio Casaccia. Le famiglie che partecipano a questi incontri sociali in cui ci si scambia esperienze, consigli e sostegno attraverso una grande “empatia” derivata dall’avere un membro della famiglia alcool dipendente. C’è da dire che non si tratta solo di sostegno morale e condivisione, ma forniamo notizie sui rischi per la salute, sulle malattie legate al consumo di alcol (per esempio, cancro) e alle conseguenze che tale consumo provoca anche sulla vita degli altri (incidenti stradali spesso mortali). Non esiste un ceto sociale più esposto di un altro alla dipendenza da questa sostanza potenzialmente cancerogena. Purtroppo è un fenomeno trasversale e sempre più diffuso e quasi accettato dalla società. L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha definito l’alcool una droga il cui consumo è strettamente correlato ad uno stile di vita, e non è quindi una malattia. Ritengo che si può uscire dalla dipendenza con il giusto supporto, non solo attraverso farmaci. L’aiuto della famiglia è un valore importante per ognuno di noi e quando si riunisce si crea anche la forza necessaria. Gli incontri che facciamo non fanno sorgere nessuna richiesta e basandosi sul metodo Hudolin, neuropsichiatra dell’Università di Zagabria, che, rendendosi conto del diffondersi quasi epidemiologico dell’alcolismo e dei relativi metodi talvolta mono-orientati (alcool come vizio o alcool come patologia), ha dato la spinta, dai primi anni novanta, all’esperienza dei club Alcologici. Uscire dal problema è un percorso personale, come il rapporto con la sostanza in questione. Nei casi più difficili consigliamo senz’altro di rivolgersi anche a strutture per la disintossicazione. Ma ribadisco che lo stile di vita è fondamentale” la Dottoressa Nepa conclude: “Nella speranza che il problema sia affrontato e risolto attraverso la prevenzione e la comunicazione costruttiva che coinvolge tutti noi, in primis le famiglie.”