“Sono Padre Giovanni Manelli, vicario della comunità di San Domenico dei Frati Francescani dell’Immacolata. Da cinque anni abbiamo sostituito l’ordine dei frati predicatori Domenicani che sono rimasti qui fino al 2007. L’ordine dei domenicani aveva una grande attività pastorale. Si contraddistinguevano particolarmente per le intense l’attività culturali, tra le quali l’insegnamento. Avevano una cattedra all’Università, portavano avanti delle Istituzioni culturali a San Domenico
legate alla spiritualità di Santa Caterina da Siena, e alla spiritualità Domenicana. Per questo diedero origine a una Associazione culturale religiosa, cattolica, chiamata “Cattedra Cateriniana”. Ce ne sono tante in Italia. A Teramo la Cattedra Cateriniana è situata al numero 66 di Corso Porta Romana. L’insegna illustra le due caratteristiche che contraddistinguono tutti gli studi che si svolgono in questa sede, cioè la ricerca della Carità e della Verità sintesi dell’insegnamento evangelico. Fisicamente quest’istituzione è legata a una sala non molto grande. Proprio qui nacque e fu fondata da un domenicano, P. Benedetto Carderi. Una personalità molto conosciuta alla quale Teramo è affezionata. Infatti da poco tempo la Fondazione Tercas ha organizzato un incontro commemorativo del nostro cittadino onorario”. La Cattedra Cateriniana che cos’è, e cosa rappresenta per la città? “Nacque come un circolo culturale e religioso nel quale venivano organizzati appuntamenti o conferenze su varie tematiche che erano oggetto di studio da parte dei partecipanti. Nel tempo, le cose sono mutate. La Cattedra Cateriniana a mano a mano, anche a motivo dello scarseggiare delle vocazioni, si è andata spegnendo, fino a quando nel 2007 sono cessate le attività teologiche e socio-culturali”. Qual è la situazione attuale? “Noi abbiamo cercato di rimettere in moto il fervore filosofico religioso e culturale di questo luogo. Il terremoto nel 2009, ci ha un po’ fermato, nel frattempo è cambiato il rettore, quindi, adesso, dobbiamo ancora riorganizzarci. Stiamo cercando di rivitalizzare la Cattedra Cateriniana cercando la complicità in vari ambiti di interesse e materie di studio, e di conseguenza dell’intervento di diverse personalità legate alla cultura, alla teologia, alla filosofia alla politica. A breve vorremmo parlare della figura di P. Settimio Manelli dato che è in corso d’opera la sua beatificazione. Attenzione, è storicamente collegata alla Catterdra Cateriniana, la scuola di formazione all’impegno sociale e politico (SFISP). Creata qui, poi si è allontanata e dal 2008, per volere di sua Eccellenza il Vescovo Mons. Michele Seccia, è ritornata in sede. Il professore Domenico Galassi organizza un calendario di incontri di materia per lo più socio politica. Gli allievi che avranno partecipato alle lezioni riceveranno un attestato di frequenza valido”. Il corso di formazione a chi è rivolto? “Sul sito internet si trovano gli aggiornamenti riguardo il 21° corso che inizierà nell’anno accademico 2012, ancora work in progress”. Questa associazione è aperta ai ragazzi, si può accedere a una biblioteca? “C’era una biblioteca pubblica, accessibile, ma prima che noi arrivassimo è sparita: la Biblioteca Provinciale l’ha assorbita. Questo ci ha molto intristito perché era una biblioteca religiosa, fatta dai domenicani. Ora abbiamo gli scaffali vuoti. Stiamo cercando di ricostruirla ma non si può vedere perché è in zona clausura e comunque c’è poco o niente”. La storia ci insegna che la cultura germoglia negli ambienti monastici, è questo il caso del vostro gruppo religioso? “La cultura sta morendo, si cerca di farla rinascere”. Perché la denominazione Cattedra Cateriniana? “Santa Caterina da Siena era una architettonico, la chiesa e il convento di San Domenico sono oggetto di brillanti studi. Cristiana Pasqualetti, docente ricercatore dell’Universitàdell’Aquila, si è occupata degli affreschi trecenteschi e quattrocenteschi. La Cattedra Cateriniana potrebbe dare spazio a seminari riguardanti questi filoni di ricerca? “Certamente, per noi sarebbe bello approfondire e crescere sulle realtà qui presenti”. Università, associazioni o gruppi di giovani spesso sono in cerca dell’opportunità giusta, del luogo più indicato per creare meeting. Mettereste a disposizione la cattedra per cooperare e manifestare l’interazione dell’arte con i testi sacri, della musica con lo spirito, ecc? “Penso che il superiore, padre Ignazio Manfredonia, sarebbe molto contento se si potessero organizzare incontri di questo genere anche all’interno di conferenze che stiamo preparando per il prossimo settembre/ ottobre. Sono un musicista e amo l’arte. L’aula della chiesa è notissima per la sua acustica spettacolare. Abbiamo qui l’associazione corale di Santa Cecilia che ci testimonia che la Cattedra Cateriniana è un centro culturale di eccellenza dal punto di vista religioso e non solo”. I Domenicani non ci sono più qui? “No. Ci siamo noi frati francescani dell’Immacolata, un gruppo nato nel 1990 che riprende la spiritualità di San Francesco in modo radicale, però, come diceva Paolo VI, cercando di aggiornarla ai tempi attuali. Riteniamo fondamentali l’uso dei mezzi di comunicazione, non per se stessi ma in funzione dell’apostolato. Infatti noi non abbiamo la televisione in convento. Curiamo emittenti radiofoniche, televisive e vari siti internet. Soprattutto attraverso la stampa vogliamo trasmettere il nostro storico artistico e carisma, lo studio delle scienze umane ma anche di quelle artistiche”. Anche i francescani sono stati a Teramo, vero? “C’erano i frati minori conventuali francescani, il loro convento oggi è una sede della Sovrintendenza mentre il convento di San Domenico è sede dell’Archivio di Stato”. Attualmente l’archivio di Sato è trasferito nel convento di Sant’Agostino. “Sì, ma qui hanno altri uffici. Tutto questo si è scatenato in seguito alle soppressioni napoleoniche. Quello che è stato l’obolo che la gente ha dato per la chiesa e per i religiosi è diventata proprietà dello stato. La chiesa di San Domenico fino al 1937 è stata cinema, stalla e caserma. Oggi è di proprietà della Curia. La sagrestia e il locale degli scout è dei domenicani. La Cattedra Cateriniana sta nella foresteria. Noi siamo contenti di essere ospiti, come voleva San Francesco, non vogliamo la proprietà, ma ci intristisce molto non poter vivere gli ambienti costruiti per i religiosi”.