Il problema del lavoro è cronico e nessun governo ha mai voluto fare veramente qualcosa per semplificare e sviluppare le risorse umane, potenzialmente eccellenti, nell’ingegno, nella inventiva, nelle intuizioni, pur in mancanza di un background di studi curriculari, che non ha saputo coniugare innovazione e tradizione.
La crisi è molto profonda, ma risente di politiche, sprechi, anni di malgoverno, corruzione, gestione della “res publica” più clientelare che per merito, tesa al soddisfacimento di interessi particolari, di lobby che hanno e continuano a condizionare la politica economica italiana. Cosa viene fatto per il giovane che intraprendente, con idee anche geniali, intende sviluppare commercialmente o professionalmente un’ idea? Si trova di fronte a mille problemi burocratici. Dalla apertura delle partite Iva al codice fiscale generalizzato (perfino i neonati hanno dovuto prendere il codice alfanumerico), una scelta oculata del tipo di contabilità, oneri contabili che sepur con l’agevolazione per i primi anni di attività sono pur sempre penalizzanti, aperture indiscriminate di posizioni previdenziali “autonome e volontarie” con alto tasso di incidenza previdenziale e fiscale, che demotiva il giovane per accedere e/o implementare la propria attività. Tassazione e burocratizzazione del rapportodi lavoro, mancanza di flessibilità nella gestione di un semplice rapporto di lavoro tra giovani che intendono mettersi in proprio o condividere con altri giovani, in un progetto imprenditoriale, sempre con il timore di avere controlli da parte degli organi di vigilanza preposti. Non ci vuole questo per aiutarli. Ma una forte scossa e coraggio di dire no alle lobby che imbavagliano l’impresa giovanile e non. Occorrono vere semplificazioni contabili e obblighi relativi solo a partire dal settimo anno di inizio attività, e successivamente e progressivamente entrare a regime di tassazione. Via i vincoli per aperture di attività, per la costituzione di aziende. Semplificazione per la costituzione di società di capitali senza lacciuoli di capitale sociale minimo e necessità di notaio. Flessibilità e capacità di investire sulle idee, sul progresso, da parte del mondo bancario. Il giovane è come un capitano di ventura. Lo Stato e il sistema bancario rappresentano il feudatario che deve valorizzare il capitano nel suo e altrui interesse.