La presenza nelle nostre classi di tante realtà complesse che giustamente rivendicano il diritto di essere considerate ci obbliga a trovare risposte senza appiattirle in un disegno unico. È essenziale conoscerle per imparare
ad applicare una didattica che non costringa nessuno a negare una parte di sé. Si tratta soprattutto di lavorare su di noi, come adulti. Ciò di cui ha bisogno ogni persona piccola per crescere con una sana e positiva coscienza di sé è di potersi rispecchiare, riconoscere in un gruppo, primo fra tutti quello familiare, secondo poi quello della scuola”. Questo passo è tratto dal libro “A scuola di adozione. Piccole strategie di accoglienza”, scritto da Anna Guerrieri e Maria Linda Odorisio, rispettivamente Presidente e volontaria della sezione dell’Aquila – Settore Scuola Nazionale- di “Genitori si diventa Onlus”. L’Associazione che nasce in Italia nel 1999, con l’obiettivo di effettuare interventi a favore delle coppie che intendono diventare genitori adottivi, è presente anche nella nostra città dal 2005 e l’attuale Responsabile di Sezione è Eliana Gentile. “Ogni anno nel nostro Paese si creano 4000 nuove famiglie adottive” afferma Anna Amato, Referente Settore Scuola della Sezione GSD di Teramo”, e il benessere dei bambini passa anche mediante un dialogo aperto e schietto tra genitori e insegnanti. La scuola è il primo luogo sociale del bambino ed è importante che gli insegnanti e tutti coloro che lavorano nella scuola, abbiano a disposizione gli strumenti conoscitivi adatti all’inserimento sereno di ogni bimbo con tutte le sue specificità”.
Qual è l’attuale rapporto tra scuola e adozione? Il rapporto tra scuola e adozione è ancora difficile, spesso all’insegna della non conoscenza: accade che docenti recepiscano l’alunno adottato come alunno immigrato, proponendo interventi d’integrazione poco calibrati sui suoi bisogni; o che lo dimentichino nella sua specificità, evitando di progettare interventi di supporto e magari chiedendogli di portare testimonianze della sua infanzia precoce; ma anche che, pur riconoscendolo nella sua “normalità differente”, in mancanza delle competenze per accoglierlo nel modo più giusto finiscano per assumere nei suoi confronti atteggiamenti iperprotettivi ed eccessivamente condiscendenti, che possono trasmettere un messaggio di diversità e svalutazione negativo per il bambino.
Qual è l’obiettivo? L’obiettivo è di riuscire a considerare l’esperienza adottiva come una specificità di cui tener conto e i bambini adottati come soggetti che, pur con un passato difficile, posseggono capacità di adattamento e di recupero, nonché risorse e autonomie che vanno riconosciute e sostenute. Nonostante oggi si parli molto di adozione, molte sono le difficoltà che i figli adottivi continuano a trovare nella scuola.
Ma non sarebbe opportuno che il MIUR si pronunciasse in merito? Sì, è stato istituito un gruppo di lavoro per lo studio delle complesse problematiche inerenti l’inserimento scolastico dei numerosi minori adottati e in condizione di affidamento temporaneo etero familiare. L’attività del gruppo di lavoro è finalizzata alla redazione di buone prassi a livello nazionale riguardanti le più adeguate modalità di accoglienza scolastica per questi specifici alunni.
In che modo potrebbe essere promossa la sensibilizzazione dei docenti alle problematiche dell’adozione? In passato, sono stati attivati dalla nostra Associazione due corsi i cui destinatari erano proprio i docenti. Oggi si promuovono percorsi di sensibilizzazione rivolti ad insegnanti ed operatori della scuola. Il prossimo 23 marzo alle ore 15:30, presso la sala Prospettiva Persona, via Nicola Palma, 33 a Teramo interverrà il Presidente Anna Guerrieri per parlare di “Scuola e Adozione: la voce delle famiglie”. Inoltre, è stato attivato uno “Sportello Scuola”: un’opportunità per dare spazio all’ascolto e alla condivisione delle diverse problematiche che non sono solo di natura didattica. Inoltre, l’Associazione si rende disponibile per quelle Istituzioni Scolastiche che desiderano organizzare corsi di formazione per i propri insegnanti.