“L’associazione italiana arbitri, ormai da 50 anni,
raccoglie giovani sul territorio ed iniziarli all’attività arbitrale. Oltre che uno sport è un’attività che forma molto il carattere e dà ai ragazzi un’opportunità, non solo di lavoro, nella vita”. Simone Di Francesco, giovane neo presidente dell’Aia sez. di Teramo, illustra l’attività dell’associazione volta a formare i nuovi arbitri e soprattutto il carattere dei ragazzi. Indispensabile oltre alla preparazione tecnica e fi sica la socializzazione. Imparare a stare insieme nel rispetto reciproco. “Tanti anni fa ci si approcciava a questa attività per cogliere una futura opportunità lavorativa, adesso che gli sbocchi lavorativi sono limitati, comunque viene offerta una attività formativa e crescita personale notevole, che sarà utile ai ragazzi in ogni ambito della loro vita. I ragazzi che arrivano a fare gli arbitri devono acquisire qualità importantissime: leadrship, dover prendere decisioni in tempi brevi, farsi apprezzare e far condividere le decisioni adottate e in più una certa disciplina. I ragazzi che si avvicinano all’associazione sanno già al loro arrivo che hanno diritti e doveri. E’ necessario che si svolga attività associativa, essere rispettosi dei colleghi, verso chi ha più anzianità di tessera, dei giocatori, delle società di calcio. Il rispetto è la prima cosa che viene insegnata insieme all’impegno che devono mettere nelle cose che fanno. Il tutto finalizzato al miglioramento di se stessi e non all’obiettivo. L’obiettivo si può raggiungere oppure no, ma se ci si impegna al massimo delle proprie capacità, comunque da una esperienza se ne uscirà arricchiti. Dai 15 anni è possibile fare il corso arbitri fi no a quando il cuore porta a rimanere all’interno dell’associazione. Ci sono associati che hanno la tessera ‘benemerita’ perché lo sono come arbitri e condividono questa passione da oltre 50 anni”. La formazione, quindi, non è solo tecnica? “La prima cosa che si insegna è la formazione tecnica. Bisogna, inoltre, superare una visita medica agonistica, non basta un semplice certifi cato medico di buona salute. Successivamente, iniziano test di prove teoriche ed atletiche, con requisiti precisi e diversi per ogni categoria”. La passione per uno sport, un mestiere non è questione di età. All’interno dell’associazione c’è una evoluzione? “Si inizia come arbitro fi no a 45 anni. Poi si possono svolgere altre funzioni. Ad esempio, l’osservatore, che va a vedere altri arbitri dandone valutazioni, contribuendo alla crescita professionale dei più giovani”. L’associazione ha una sede ben attrezzata e fruibile in contrada Casalena. Il corso è aperto a tutti “Non è mai stato fatto un corso per arbitri a pagamento – precisa Di Francesco –. L’associazione è assolutamente no profit. Gratuitamente viene fornita una divisa e il materiale per iniziare ad arbitrare. I corsi vengono organizzati con grande attenzione e spesso tenuti anche da arbitri che sono espressione nazionale ed internazionale della categoria. La struttura è particolare e solo i soci versano una quota con cui durante l’anno paghiamo le spese. Nella sezione di Teramo ci sono più di 200 associati. Ogni quattro anni gli iscritti, che hanno superato la maggiore età, votano per esprimere il presidente di sezione”. Unico cruccio è che la sede non è facilmente raggiungibile a piedi. L’ideale sarebbe trovare spazio adeguato e non troppo oneroso, in un’area meno decentrata.