Lo strano caso dei bandi per le start-up aquilane
Il Comitato Abruzzo è l’organismo nato all’indomani del sisma del 2009 e composto da Confindustria e le Segreterie Generali di CGIL, CISL, UIL, con il compito di monitorare i fondi
donati dai lavoratoti e dalle imprese o provenienti dall’Ocse, per offrire interventi di microfi nanza a impatto rapido per l’avvio di nuove idee imprenditoriali. Con l’obiettivo specifi co – si legge sul sito – di favorire la nascita di nuove imprese in ogni settore produttivo e gli interventi finanziabili riguardano le start up di nuove imprese e/o attività professionali con partita Iva. Appare così un bando che mette a disposizione 400.000 euro per questi progetti QIP e per i requisiti di accesso i beneficiari devono essere residenti nei Comuni del Cratere Sismico e all’interno dell’area circoscritta dai Comuni sede dei progetti già fi nanziati dal Comitato Abruzzo (Sulmona, Castelli, Avezzano e L’Aquila). Ma qualcosa non quadra. Tutto ha inizio con un articolo pubblicato sulla testata on line ABRUZZOWEB, a firma di Elisa Marulli, che solleva alcuni dubbi sulle assegnazioni dei fondi QIP (Quick Impact Projects) pubblicando un elenco dei beneficiari, tra i quali figurano Rosa Cioffi , moglie del direttore di Confi ndustria L’Aquila, Katia Di Cesare, moglie del condirettore Carlo Imperatore e Gabriella Pulcini, moglie del direttore regionale di Confindustria Giuseppe D’Amico. Fabio Spinosa Pingue, presidente del Comitato e di Confindustria L’Aquila, assicurava : “Ci siamo imposti fin dall’inizio un rigore proprio a causa della nobile provenienza dei fondi (provenienti dalle donazioni dei lavoratori e delle imprese di tutta Italia a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto del 6 aprile 2009, ndr)”, invitando a segnalare le irregolarità”, che “noi verificheremo”. Ma il giorno dopo la pubblicazione l’articolo in questione viene rimosso da portale e qualcuno si chiede anche come sia possibile che “delle organizzazioni sindacali che partecipano al Comitato Abruzzo, per garantire la massima trasparenza e regolarità delle donazioni dei lavoratori, non intervengano con nessuna nota al riguardo…” Tuttavia le anomalie dei Qip non sembrano fermarsi qui. Secondo quanto riportato da altre testate giornalistiche, da tempo gli imprenditori aquilani rilevano incongruenze rispetto alla gestione dei Qip e qualcuno ipotizza poco chiaro quel canale speciale previsto dal bando e riservato a chi aveva già beneficiato dei fondi. Anche i parametri della valutazione sembra siano stati cambiati in corsa, cioè modificati al momento della selezione (la seconda): praticamente i partecipanti si sono attenuti ai criteri del bando, ma poi si sono visti selezionati in base ad altri, decisi dopo. E per finire c’è il caso Metafin srl: l’azienda è stata espulsa da Confi ndustria L’Aquila per aver chiesto chiarimenti sulla sua gestione economica e con lo scopo di documentarsi sulla collocazione dei Fondi Sisma. I verbali dell’espulsione non sono stati resi disponibili, pur stante la richiesta ufficiale, come non sono stati resi disponibili gli altri documenti di cui si è chiesto copia: si sa solo che il consiglio direttivo che ha votato la delibera è stato organizzato fuori sede, ad Avezzano, e che ha chiesto la votazione a scrutinio segreto. Una circostanza rara, forse eccezionale almeno quanto l’espulsione.
PrimaPagina edizione Luglio 2014 – di Angela Fosco