Prima di raccontare la brutta storia che leggerete più avanti, una premessa. Dedicata agli attori. Se cercate sul web, intorno a queste figure trovate di tutto. Dagli aforismi alle biografe, dalle interviste agli aggiornamenti sull’ultima interpretazione. C’è da perdersi, come accade spesso “navigando”. Trovate interpreti eccellenti e “cani”, creativi e noiosi. Senza dimenticare le abbondanti dosi di gossip. Ma del ruolo sociale che gli attori devono assumere, quando salgono sul palcoscenico a teatro, e di quanto possano diventare maestri, interpretando storie scritte da altri, raramente ne leggete. La storiaccia che racconto è accaduta un anno fa, ma il tempo non ha annullato la gravità dell’accaduto. Così ve la riassumo, come me l’hanno riferita, pochi giorni fa, alcuni testimoni. Vede protagonista un attore e una ragazzina con grave handicap psico-motorio. Si sono ritrovati, un giorno, l’uno a vestire panni pirandelliani, l’altra seduta, felice, sulla poltrona del Comunale di Teramo. Per una delle tante rappresentazioni mattutine, che compagnie di giro propongono (a pagamento, naturalmente) alle scuole, per interrompere la routine di classe. Ebbene, si sa come vanno queste cose. I ragazzi affollano il teatro, partecipano più o meno attentamente alla vicenda, applaudono, quasi sempre calorosamente. Ma quella mattina, dopo che la ragazzina aveva faticosamente raggiunto la poltrona, sostenuta dai suoi assistenti, contenta d’essere, per una volta, insieme a tanti coetanei in fermento, e la vicenda si andava sviluppando sulla scena, il protagonista (regista tuttofare) a un certo punto dello spettacolo si bloccò, e puntando il dito verso la platea, esclamò: “Gli accompagnatori portino via quell’alunna”. E subito dopo, con pausa “pirandelliana”, aggiunse: “Disturba”. Colpevole, la ragazzina con grave handicap psico-motorio, di applaudire fuori tempo. A modo suo. Riuscì, quel giorno, l’attore-regista tuttofare proveniente dal civilissimo nord Italia, a gelare il Comunale di Teramo, ma non a impedire che “quell’alunna” fosse accompagnata via. E’ passato un anno, ma mi dicono che la compagnia di prosa proporrà, anche quest’anno il suo Pirandello alle scuole teramane. Non possiamo certo impedire agli studenti e ai loro insegnanti di assistere allo spettacolo (a pagamento). Ma ci piacerebbe tanto che, una volta seduti al Comunale, ripensassero a quella ragazzina, e ai suoi applausi fuori tempo. Scriveva Diderot: “L’attore ha una responsabilità civile, quello che afferma sopra un palco gode di una forma di autorevolezza e di esempio, come fosse dietro una cattedra o su di un altare e questa responsabilità deve essere compresa”. L’attore, appunto, non i guitti senz’anima.