REDDITOMETRO COME DIFENDERSI

dipaolauIL NUOVO REDDITOMETRO COME DIFENDERSI

I controlli da redditometro colpiranno parte dei contribuenti che nel 2010 hanno presentato una dichiarazione dei redditi (anno d’imposta 2009) che presenti incongruenze con le spese tracciate e conosciute all’amministrazione finanziaria. Obiettivo è colpire i casi più clamorosi di presunta evasione. Saranno elaborate liste selettive formulate sulla base delle informazioni censite nell’anagrafe tributaria. Come difendersi? Per chi dovesse finire nell’elenco dei sospetti, sarà fondamentale non sbagliare le mosse ed essere nelle condizioni di spiegare le ragioni dello scostamento, attraverso la documentazione bancaria e i conti correnti. Le richieste di chiarimenti del Fisco, dovrebbero riguardare situazioni che presentano una percentuale di differenza fra spese e reddito ben superiore al 20% (la normale soglia di tolleranza fissata dal Dl 78/2010 per il nuovo redditometro) e comunque oltre 12mila euro annui. Nel questionario si evincerà che gli uffici hanno ricostruito il reddito complessivo delle persone fisiche prevalentemente secondo spese certe, d’importo oggettivamente riscontrabile, e a spese collegate al possesso di beni noti, tenendo conto anche della composizione del nucleo familiare e del luogo di residenza (alla luce del decreto del ministero dell’Economia del 24 dicembre 2012). Queste spese, presenti appunto nell’anagrafe tributaria, risultano apparentemente non compatibili con il reddito dichiarato. Per questo il contribuente sarà invitato a presentarsi entro quindici giorni presso l’ufficio e a collaborare per chiarire la situazione ed evitare ulteriori fasi del controllo. Durante l’incontro, il destinatario dell’avviso potrà documentare l’esistenza di redditi che non era obbligato a dichiarare (redditi esenti o soggetti a ritenuta secca, Bot, CCT, redditi agricoli) ovvero dimostrare che le spese sostenute per investimenti sono state finanziate con fonti diverse dal reddito (disinvestimenti e risparmi accumulati negli anni precedenti). In sostanza, sarà recapitato un prospetto, che riepiloga le spese certe presenti in anagrafe tributaria e le spese basate su dati certi (come il possesso di abitazioni e mezzi di trasporto). Spese per le quali il contribuente potrà integrare o cambiare gli importi indicati dall’Agenzia. In una sezione successiva il contribuente dovrebbe poter indicare i saldi iniziali e finali dei suoi conti correnti bancari e postali e dei conti titoli relativi all’anno 2009, come rilevabili dagli estratti conto. Queste ultime indicazioni saranno cruciali. Se i chiarimenti saranno esaustivi, l’attività di controllo si chiuderà in questa fase. In alternativa si aprirà una fase di contraddittorio, per dar luogo a un accertamento con adesione. L’amministrazione chiederà conto anche delle spese “ correnti” (alimentari, abbigliamento) quantificate sulla base dei dati Istat. Se le informazioni rese spontaneamente saranno considerate insufficienti, si potrebbe dar luogo a vere e proprie indagini finanziarie. Dai controlli sull’anno d’imposta per l’anno 2011, il Fisco grazie all’anagrafe dei conti che banche, fiduciarie, Sim, Sgr e gli altri intermediari dovranno alimentare dal prossimo 31 ottobre, potrà conoscere direttamente tutti gli asset finanziari dei singoli contribuenti.

CONSIGLIO: PAGAMENTI TRACCIABILI

Per difendersi dai controlli che l’agenzia delle Entrate eseguirà con il nuovo redditometro, il consiglio è : finanziare le spese con mezzi di pagamento tracciabili e conservare la documentazione di riferimento per quelle spese. Solo così il contribuente sarà in grado di dimostrare al fisco la fonte della provvista della singola spesa, l’effettivo destinatario della spesa e la coerenza della stessa con la propria personale capacità contributiva. Sono regole d’oro che dovranno essere applicate dal contribuente con diligenza per il futuro, per il passato, sia per diverse abitudini degli italiani sia per le regole normative in vigore sarà più difficile dimostrare la realtà, in molti casi impossibile. Il primo periodo d’imposta che l’agenzia delle Entrate accerterà è il 2009, anno in cui il quadro normativo di riferimento era del tutto diverso sia per quanto riguarda le modalità e i limiti di utilizzo del contante sia per quanto riguarda le regole dell’accertamento sintetico (ovvero del redditometro). In merito all’uso del contante nelle transazioni tra privati proprio tra il 2008 e il 2011 la soglia è repentinamente cambiata per diverse volte: fino al 29 aprile 2008 erano 12.500 euro; dal 30 aprile 2008 al 24 giugno 2008 5.000 euro; dal 25 giugno 2008 al 30 maggio 12.500 euro; dal 31 maggio 2010 al 12 agosto 2011 5.000 euro; dal 13 agosto 2011 al 5 dicembre 2011 2.500 euro; e dal 6 dicembre 2011 1000.00 euro. Con riferimento al periodo d’imposta 2009, la soglia che ammetteva il pagamento in contanti tra privati era di ben 12.500 euro. Per il passato incrociamo le dita,  per il futuro tracciamo tutto.

 

di Laura Di Paolantonio

Commercialista – Revisore Contabile

lauradipao@libero.it