Al rientro dalle ferie molte piccole attività non hanno neanche riaperto i battenti. “Il periodo economico è difficile, c’è la crisi, non c’è lavoro”. Queste sono solo alcune delle frasi che ormai siamo abituati a sentire. Il lavoro come una chimera, anche se tra i giovani insofferenti, affranti e disoccupati, anche tanti che si rimboccano le maniche per creare il loro futuro. Ma non è solo la crisi a creare ostacoli. In centro a Teramo (e purtroppo non solo in centro), un’attività aperta da poco più di un anno forse sarà “costretta” a spostarsi. Perché? Non basta il rispetto delle regole e la buona volontà “vogliamo solo lavorare sereni” . Cosa ci può essere di strano in questo? Forse che il rispetto delle regole dovrebbe essere reciproco. Le attività giovani andrebbero incentivate …o dissuase da sollecitazioni continue o incessanti e assillanti controlli? Matteo e Danilo, rispettivamente 26 e 28 anni il lavoro se lo sono inventato e tutto quello che chiedono è di poter lavorare tranquilli. Incontrano però non poche diffi coltà. Il 29 giugno dello scorso anno hanno aperto un innovativo beer shop a Teramo, ma gli ostacoli anche per chi ha voglia di reinventarsi, esistono. “Un beer shop diverso con un idea differente. Non c’è mescita – ci spiega Matteo – e se l’attività funziona bene vorremmo replicare il modello anche il altre località. Il riscontro positivo tra gli avventori ci entusiasma e incoraggia. Siamo attenti al rispetto degli altri e delle regole, non abbiamo mai fatto spettacoli di musica dal vivo e dopo le 20 non facciamo portare fuori del locale le bottiglie di vetro. La Legge lo impone solo nei mesi estivi, ma noi abbiamo deciso di caratterizzarci anche in questo e ci siamo autoregolamentati estendendo il provvedimento a tutto l’anno, così come pur potendo restare aperti fino alle due di notte chiudiamo all’una”. “Abbiamo creato una bella realtà – prosegue Danilo e intorno al locale gravita un contesto sociale libero e tranquillo, ad esempio non c’è mai stata una rissa davanti al nostro beer shop. Tuttavia, nonostante il nostro impegno e buona volontà non riusciamo a lavorare sereni. Ed è tutto quello che chiediamo. I primi ostacoli li abbiamo incontrati già in fase di apertura, quando nessuno, Pubblica Amministrazione compresa, credeva o non ne conosceva la possibilità, di poter comprare la birra e potersela versare autonomamente per consumarla. Questa idea sfrutta la legge sul “consumo immediato”, inserita del Decreto liberalizzazioni Bersani. Noi ci abbiamo creduto e siamo partiti per questa avventura , ma veniamo ostacolati da continue lamentele ed anche da controlli poco accurati effettuati dagli organi competenti – concludono i titolari – Tutto questo potrebbe portare a decidere di spostare la nostra attività altrove”.