I Giovani Imprenditori, i fondi europei e le risposte della politica
C’è voglia di Europa in Abruzzo, soprattutto di quei fondi che puntualmente (ci informano) tornano al mittente perché inutilizzati. Eppure sembra che la nostra regione
abbia la più alta percentuale di successi nell’erogazione dei fondi. In pratica la maggior parte dei progetti presentati ottiene i finanziamenti, ma “purtroppo sono ancora poche le domande che vengono presentate” – così esordisce l’Europarlamentare Lara Comi (ex PDL oggi in Forza Italia) ospite di Confindustria Teramo, al convegno tenutosi nel tardo pomeriggio di oggi e che ha visto la nutrita e attenta partecipazione del mondo imprenditoriale teramano: “Poche ma buone, evidentemente” – ha continuato nel suo intervento, illustrando le tecniche,le modalità e i principi del Parlamento europeo, i suoi punti di forza, ma anche le sue debolezze, come nel caso delle diverse applicazioni, da Stato a Stato, delle stesse direttive. La domanda, sollecitata dalla vice presidente dei G.I. Antonella Ballone, porta l’attenzione anche sulle diverse realtà economiche, fiscali, burocratiche che rendono disarmonico e farraginoso il modo di fare impresa in Italia e in Europa. L’onorevole Comi ha spiegato che il funzionamento dell’attuale Europa rischia oggi di disgregare, invece che unire: “non sono euroscettica, ma eurorealista. Oggi occorre un’unione politica visto che quella economica è fallita”. I temi sul tavolo sono tanti: i giovani, il lavoro, le risorse economiche, le aziende in crisi, i conti pubblici e la burocrazia. E per non farci mancare niente anche la web-tax, l’ultima in arrivo tra le famigerate nuove proposte per incrementare la tassazione. Una tassa sul commercio on line, che lo stesso Giammaria De Paulis (presidente dei G.I.), che di web se ne intende, faceva fatica a spiegare. Insomma tra quello che bisogna assolutamente fare e quello che, puntualmente, ci ricordano che è stato fatto, inevitabile il capolino della solita retorica: “molte cose sono cambiate, ma ora bisogna cambiare i sistemi che non funzionano più”– è intervenuto in conclusione il Presidente Chiodi. Ma se i sistemi non li cambia la politica, chi li cambia?
di Mira Carpineta