Giorgio Napolitano riflette dopo il secondo giro di consultazioni con le forze politiche.
Domattina si avrà “il dado è tratto” con le sue conclusioni. I colloqui, oggi, non sembrano aver risolto lo “stallo” che vede Pd e Pdl su posizioni inconciliabili. Silvio Berlusconi ha oggi rilanciato l’idea del governo di larghe intese insieme a Pd e Scelta civica.
Mentre il Pd ha chiuso totalmente su questa ipotesi affidandosi al Presidente della Repubblica e alle sue valutazioni. Di fronte alla situazione non è esclusa l’ipotesi che il Presidente possa dimettersi in anticipo.
Il Presidente Napolitano aveva affidato a Bersani “le consultazioni” per dare un governo all’ Italia chiedendogli però di portargli un sostegno parlamentare certo prima di mandarlo davanti alle Camere. Il leader del Pd dopo un tentativo di richiesta d’appoggio al M5S, ha provato a trovare una soluzione politica accettabile con il PDL individuando una strategia del doppio binario, ossia consentire di far nascere il governo (con una astensione tecnica) con l’impegno di una serrata collaborazione sulle riforme istituzionali, formula ribadita questa sera da Enrico Letta al termine delle consultazioni. La possibilità si è arenata sull’ ipoteca richiesta dal centrodestra circa il nuovo inquilino del Colle.
La parola è tornata al Presidente della Repubblica che ha provato a sciogliere il rebus. Ma l’ipotesi di una soluzione simile al Governo Monti, con un esecutivo di scopo, e un programma che permettesse l’avvio della legislatura per l’intervento sulle emergenze economiche e la riforma sulla legge elettorale che ha prodotto questi risultati, sembra impossibile vista l’indisponibilità dichiarata da Pdl e Lega. Ed è evidente che la partita dell’elezione del nuovo Presidente è diventata centrale per entrambi i contendenti in campo, questo può aver rafforzato i veti reciproci.
Questo il quadro che giustifica i rumors insistenti in ambienti parlamentari circa la voce di possibili dimissioni anticipate di Napolitano. Mancano due settimane all’inizio del percorso parlamentare per l’elezione del suo successore, dal 15 aprile i Presidenti delle Camere potrebbero iniziare le convocazioni del Parlamento in seduta comune per le votazioni.
Questa sera al termine delle consultazioni Napolitano ha solo fatto sapere che sta riflettendo e che domani annuncerà le sue decisioni.