Avete bisogno di un taxi? Provate a chiamare il centralino del Comune: vi direbbero che a Teramo ce ne sono due – ma in realtà ne sono tre – e vi darebbero un numero di cellulare. E telefonando ai vigili urbani? Loro fornirebbero un fisso, presente a Piazza S.Francesco, però non attivo. Questa è solo una delle contraddizioni che PrimaPagina ha scoperto parlando con i diretti interessati. “Il problema principale – spiega Antonio Febbo, tassista e rappresentante sindacale – è che non c’è una colonnina con un numero pubblico, e
quando c’erano chiamate venivano deviate su un numero privato, quello del mio collega Pino Di Simone Per questo noi altri due non riuscivamo a lavorare. Inoltre, il trasferimento avveniva a spese del Comune, che ha già vinto una causa per questo motivo contro Di Simone. Ma non c’è solo questo: io prendo sempre come riferimento Chieti, che ha 15 taxi, le colonnine, il radiotaxi, e tutto il resto. A Teramo mi è capitato di parlare con un signore disperato perché non sapeva come raggiungere l’ospedale. Perché Teramo deve essere meno competitiva di Chieti?”. Sul problema della difficoltà nell’organizzazione insiste anche il collega, Gianluca Carrozzieri: “Per poter accedere al nostro posteggio di piazza Garibaldi, dato il modo con cui hanno realizzato le strisce, ci tocca tagliare la strada a chi viene da viale Bovio, col rischio di avere anche lacolpa in caso di tamponamento. Per non parlare della follia di dover pagare il pass per accedere alla ZTL (Zona a Traffico Limitato) del centro, o del problema della corsia preferenziale di circonvallazione Ragusa, per la quale all’inizio non era stato previsto il passaggio anche dei taxi, oltre che dell’autobus. E’ evidente che di noi al Comune non interessa nulla”. Anche Carrozzieri sottolinea i problemi con Di Simone. “Quando il Comune gli dette l’autorizzazione a deviare le chiamate sul suo numero, Pino non aveva colleghi, e quindi era possibile chiudere un occhio. Ma da quando lavoro come tassista, cioè otto anni, non ho mai potuto usufruire anch’ io di un fisso, per cui a me e a Febbo tocca spendere una cifra esorbitante per farci pubblicità sull’elenco telefonico”. Interpellato chiamando il numero fisso presente sulle Pagine Bianche, il signor Pino ammette di stare parlando da casa, ma si difende dalle accuse: ” Sono solo storie, che vanno in giro da tempo. Perché il Comune dovrebbe sostenere una spesa per installare tante linee telefoniche quanti ne sono i tassisti? Anche io pago la bolletta, e i motivi per lamentarsi di questo lavoro sono altri: il mercato sta morendo, dato che ogni famiglia ha due o tre auto e i taxi vengono chiamati solo per spostamenti brevi, ma di noi il Comune se ne infischia.”