Oggi più che mai col forte vento di antipolitica che spira in Italia e con la questione della “rottamazione” che sta comportando un vivace dibattito all’interno dal Pd, con la diatriba tra Renzi e i vecchi dirigenti, e con la fibrillazione negli altri partiti politici ove è in corso il ricambio ai vertici, si pone sempre più l’accento sulla presenza dei giovani in politica. In questo scenario ci si domanda quale sia lo spazio che i giovani hanno in politica. Per cominciare ritengo che in politica gli spazi si conquistano, giovani o meno, con l’impegno quotidiano, con le proprie capacità, con la passione, la pazienza e la caparbietà di voler raggiungere un obiettivo. In Italia sicuramente non abbiamo dato come in altri paesi europei un bel messaggio: in Inghilterra, ad esempio, David Cameron è diventato primo ministro a 44 anni, mentre da noi il binomio Berlusconi – Prodi si è alternato al governo della nazione negli ultimi anni senza alcuna alternativa. Ci sono tanti ragazzi che fanno politica nelle scuole nelle università, nelle piazze e nelle strade; ci sono giovani che caratterizzano il loro impegno negli enti locali, nelle Regioni e anche in Parlamento; di esempi positivi, non solo i più famosi Meloni (Pdl) e Renzi (Pd), non conosciuti abbastanza ce ne sono tantissimi. C’è però bisogno di un più profondo ricambio generazionale per “svecchiare” la politica al fine di permettere a chi ha maggiore energia, entusiasmo e vitalità, rispetto ai “vecchi”, di dare una scossa alla nostra nazione e per non ripetere più il cattivo esempio che ha visto l’affermarsi di persone come la Minetti nel consiglio regionale della Lombardia o di alcuni consiglieri regionali del Lazio che si sono contraddistinti per sprechi e festini a carico della collettività. Io sono molto contento della mia scelta di entrare in politica. E’ una passione dall’età di 14 anni, quando ho deciso di iscrivermi ad Azione Giovani, allora movimento giovanile di Alleanza Nazionale. Devo tantissimo all’esperienza acquisita nel mondo giovanile, che mi ha portato poi ad essere eletto in consiglio comunale e diventare assessore. Ritengo che, nonostante oggi per colpa del cattivo esempio di qualcuno la politica sia vista come una “cosa sporca” e vi sia scarsa fiducia nei confronti dei rappresentanti politici, non ci si può arrendere al declino ed oggi più che mai è necessario impegnarsi per cambiare le cose. Il problema della disaffezione dalla politica non si risolve solo ed esclusivamente con il ricambio generazionale, che deve essere concreto e non trasformarsi in un giovanilismo di maniera inconcludente. Il ricambio generazionale è utile a “svecchiare” e garantisce una nuova linfa ai partiti e alle istituzioni sia per realizzare finalmente le tante riforme di cui ha bisogno l’Italia ed anche per far recuperare credibilità ai partiti. Non basta solo il ricambio generazionale, c’è bisogno che cambino le regole per essere eletti in Parlamento, restituendo la voce ai cittadini con le preferenze, c’è bisogno di una legge certa che impedisca a chi è indagato di candidarsi, ma soprattutto è fondamentale che la politica ritorni ad essere Politica, tralasciando gli argomenti futili per dare più spazio a temi centrali come il lavoro, i problemi delle imprese, le esigenze delle famiglie, il potenziamento delle infrastrutture, il rispetto dell’ambiente. Nonostante questa non sia considerata l’epoca dell’impegno politico nel nostro territorio c’è un certo fermento da parte dei giovani. Conosco tanti giovani che nelle città abruzzesi e della nostra provincia discutono e si impegnano per i problemi della scuola, dell’università, del precariato e sulle questioni di attualità del nostro territorio. Sottolineo con piacere che in Provincia di Teramo ci sono all’interno dei consigli comunali diversi giovani che rappresentano la speranza e il futuro della nostra terra e spero che, mettendo da parte le differenti idee e posizioni politiche, si possa con questi stringere un “patto generazionale” per il rilancio e lo sviluppo della nostra provincia e del nostro Abruzzo.