Tutti i candidati teramani presenti all’incontro, hanno sottoscritto il contratto che l’associazione Teramo Nostra ha preparato per questo appuntamento elettorale. Questa mattina, nella sede dell’associazione, inn via F. Romani, i responsabili dell’associazione, Piero Chiarini (presidente) e Vincenzo Caporale (ex Direttore dell’Istituto Zooprofilattico) hanno chiesto a tutti i
politici teramani candidati la loro disponibilità e il loro impegno perla città. Una serie di punti che illustrano le criticità e le esigenze che necessitano una risposta da chiunque rappresenterà il nostro territorio in Parlamento, senza distinzione o appartenenza politica:
DIFESA dell’integrità territoriale della Provincia di Teramo e mantenimento degli uffici, enti e servizi oggi presenti in Città
RECUPERO del Teatro Romano D’Interamnia con l’abbattimento dei due caseggiati incongrui Adamoli e Salvoni
SALVARE l’Istituto Superiore di Studi Musicali “G.Braga”
RAFFORZARE l’Università degli Studi di Teramo
POTENZIARE l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale “G.Caporale”
VALORIZZARE l’Osservatorio Astronomico di Collurania “V.Cerulli”
RILANCIO del Parco Nazionale Gran Sasso – Monti della Laga con la presenza della Sede Legale nel territorio terama
SOSTENERE il Premio Internazionale di Fotografia “Gianni Di Venanzo” e le altre storiche iniziative e manifestazioni teramane
SVILUPPARE la tratta ferroviaria Teramo-Giulianova e i collegamenti con la linea adriatica. Ripristino dello scalo merci e della biglietteria nella stazione di Teramo.
Sono intervenuti nell’ordine: Anna De Fulviis (Centro Democratico), Rinaldo Di Matteo (Lega Nord), Tommaso Ginoble (Partito
Democratico), Renato Ciminà (Amnistia,Giustizia,Libertà – Radicali), Vincenzo Cipolletti (Sinistra, Ecologia, Libertà), Manola Di Pasquale (Partito Democratico), Giuseppe Cipolloni (Unione Di Centro), Ubaldo Cola (Scelta Civica con Monti), Renzo Di Sabatino (Partito Democratico), Elio Sottanelli (Movimento 5 Stelle – Beppe Grillo), Emilia Di Matteo (Rivoluzione Civile-Ingroia), Vincenzo Di Nanna (Amnistia, Giustizia, Libertà – Radicali), Paolo Tancredi (Popolo della Libertà).
Prima della firma i candidati hanno dichiarato i motivi della loro adesione aggiungendo o sottraendo alcune voci al contratto, come Emilia di Matteo che ha sottolineato i costi della politica: ” che non sono soltanto i politici o le strutture della politica, ma sono soprattutto i costi della corruzione, diffusa in tutto il Paese, non solo a Roma. Quando un chilometro di strada, per un privato ha un costo, mentre per una pubblica amministrazione costa dieci volte tanto, è lì che si annida lo spreco e l’emorragia di risorse. Oppure in Enti che non hanno motivo di esistere perché gestori di ambiti che dovrebbero tornare ad essere completamente pubblici, il Ruzzo, i BIM, i rifiuti, la sanità”. La mancanza di un progetto per il futuro assetto della regione e più da vicino della città, negli interventi di Manola Di Pasquale e Renzo Di Sabatino. Quest’ultimo in particolare si è soffermato sul dilemma dell’abolizione delle province: “progettare il futuro significa immaginare quello che verrà e quello che potremmo fare. Si può facilmente intuire – ha dichiarato Di Sabatino- la vocazione di città metropolitana per Pescara e Chieti, come si può anche immaginare Teramo una città “lineare” che tende a congiungersi a Giulianova e quindi alla costa. Dalla montagna al mare. Se si può immaginare questo sviluppo, le azioni da studiare e realizzare devono andare in questa direzione.
Ribadite da tutti invece, le peculiarità della città che dovrebbero trovare spazio e sviluppo nei prossimi anni, dal recupero del patrimonio storico e culturale alle risorse naturali da legare al turismo, alla valorizzazione delle eccellenze scientifiche come l’università e l’Osservatorio astronomico. Molto sentito, da tutti i candidati il tema della sanità e dei servizi pubblici. Non sono mancati accesi scontri verbali, ma Teramo Nostra è riuscita nell’intento di impegnare ufficialmente tutti i politici teramani, trasversalmente, da destra a sinistra, grillini compresi, che sottoscrivendo il contratto non potranno certo dire “io non c’ero”.