I principali disturbi respiratori legati al sonno, consistono nel russamento semplice e nell’OSAS (Sindrome delle Apnee Ostruttive Sonno-correlate). Quest’ultima ha una prevalenza differente nella popolazione: 2-5% degli adulti di età superiore ai 30 anni, con incidenza doppia nel sesso maschile. Caratteristica di questa sindrome è il suo interesse multidisciplinare, che vede figure specialistiche
molto diverse coinvolte nello studio e nella terapia dei pazienti da essa affetti. Ecco un elenco, parziale, dei sintomi, presenti da soli o in varie associazioni nello stesso paziente: russamento, secchezza delle fauci al risveglio, sonnolenza eccessiva durante il giorno, estrema affaticabilità e perdita di ogni energia, depressione o irritabilità, difficoltà alla concentrazione, mal di testa mattutino, spesso è presente il riferimento a precedenti incidenti automobilistici, ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, aritmie, attacchi ischemici e/o ictus, nicturia, enuresi, riduzione della libido e della potenza sessuale, aumento dell’ematocrito, obesità, sintomi di reflusso gastro-esofageo. L’ampia diversità dei sintomi e il loro riferimento a organi e apparati disparati costringono spesso il paziente a un percorso lungo e difficile prima di pervenire alla diagnosi, definito in modo colorito ma efficace, come la “via crucis del grande russatore”, in quanto il paziente, in genere, è costretto a consultare un gran numero di specialisti, in un arco di tempo spesso molto lungo, prima di giungere all’individuazione del problema. La patologia conclamata consiste nella presenza di numerose apnee (cessazione del respiro) durante il sonno. Perché l’apnea si possa interrompere e il passaggio dell’aria riprendere (e il paziente sopravvivere!) è necessario che il cervello “si svegli”, anche se per pochissimi secondi, per inviare ai muscoli dilatatori del faringe gli impulsi necessari per vincere l’ostruzione. Nella maggioranza dei casi tale risveglio, accompagnato da russamento fragoroso, risulta inavvertito a livello della coscienza (cosiddetti “arousals” omicro risvegli inconsapevoli); altre volte il paziente si sveglia con la sensazione spiacevole di qualcosa che gli impedisce di respirare (la cosiddetta pantafica). In una notte il numero di queste apnee può arrivare a superare le 20 o 30 per ogni ora (nella nostra esperienza abbiamo potuto osservare un paziente con circa 100 apnee/ora). A causa dei ripetuti micro risvegli, il sonno è frammentato, tanto da perdere il proprio carattere e la propria funzione di riposo, e questo comporta il giorno dopo la pesante sensazione di eccessiva sonnolenza diurna. Il paziente con sospetto di OSAS deve essere indirizzato dal medico curante a un centro attrezzato per la diagnosi e la terapia di tali patologie, come il nostro “Laboratoriodi Studio dei Disturbi Respiratori Sonno-Correlati” attivo all’interno dell’Unità Operativa di malattie dell’apparato pespiratorio nel P.O. “G. Mazzini” di Teramo. La diagnosi si ottiene attraverso esami specifici (polisonnografia, saturimetria, ecc.), ai quali si è avviati previa visita pneumologica, necessaria per individuare la gravità del problema, l’esame più idoneo necessario e la sua priorità. Le varie possibilità terapeutiche sono: 1) L’uso nel sonno di una ventilazione positiva non invasiva applicata alle vie aeree (CPAP o BILEVEL). 2) L’uso nel sonno di apparecchi ortodontici di avanzamento mandibolare. 3) Gli interventi chirurgici sulle prime vie aeree, di fase I o II, a seconda della gravità dell’OSAS. 4) Il dimagrimento, ottenuto con metodiche clinico-comportamentali, farmacologiche o contecniche chirurgiche, ottiene buoni risultati; tuttavia questi non vengono spesso mantenuti nel lungo termine.