Caldo record-gelo record. Se si dovesse dar retta a certi sensazionalismi oggi vivremmo a novanta gradi celsius d’estate e a meno sessanta d’inverno. Anche altri avvenimenti in città hanno preso questa piega. Una di questi è la Coppa Interamnia, ribattezzata Interamnia World Cup – così, per dare un tocco d’internazionalità – cui per molti anni si è parlato di “record” a sproposito. Record di partecipanti, record di ragazzi che venivano da una certa parte del mondo, record di qualunque cosa. Quest’anno
la manifestazione ha compiuto 40 anni: 4000 giovani da tutto il mondo, tutti i continenti rappresentati, 60 nazioni, 120 città, 180 squadre. Le strade di Teramo si sono così ripopolate di ragazzoni e ragazzone spesso un po’ svagati di testa, a volte alticci che si fermano in mezzo alla strada di colpo, costringendo gli automobilisti a feroci inchiodate, non guardano quando attraversano e via delirando, compresi i civilissimi popoli del nord Europa. Certo, anche qui si risente della crisi e il patron Montauti è stato chiaro: “Parlo a nome delle circa 100 persone che ogni anno danno l’anima per portare avanti questa impresa. Razionalmente avremmo dovuto abbandonare l’idea di portare avanti la Coppa, e invece alla fine abbiamo voluto a tutti i costi onorare la 40esima edizione”. Qualche anno fa l’infaticabile Pierluigi scrisse a chiare lettere: “Matura a sufficienza per radicarsi più che per espandersi; per appartenere più che disperdersi”. Quest’anno è stata coinvolta anche Atri con un campus che ha ospitato 120 atleti. Eppure, c’è stato un tempo in cui la sola Provincia di Teramo non bastava più: ogni campo di periferia, parcheggio, piazza, di Silvi, Bisenti, Controguerra, Giulianova e così via erano piccoli stadi pieni di chiassoso tifo proveniente da ogni parte del mondo. Non era ancora sufficiente, sicché venne interpellata pure Ascoli Piceno che concesse qualche impianto sportivo ai texani “terroni”. Certo, errori ne sono stati commessi, come quando svedesoni di due metri venivano mandati a pernottare negli asili di Castelnuovo, rompendo bidet e lavandini, un po’ perché la sistemazione era decisamente inadeguata, parecchio perché ubriachi e molto convinti che in Italia fosse tutto lecito. Spesso si è detto che questa manifestazione doveva fare uno step in più, invitando le Federazioni nazionali a pagare alloggi in albergo o villaggi, rivalutando l’immagine sportiva della Coppa e non inserendo delle sgangherate roulottes proprio ai piedi del campanile del Duomo – come qualcheanno fa – con una scritta che non aveva a che fare con lo sport. Pian piano i comuni limitrofi hanno pensato bene di dare un contributo in termini di denaro, evitando però di farsi defenestrare le scuole e insudiciare le strade. In molti, negli angoli neanche troppo nascosti del centro storico della nostra bella e cara città, hanno protestato per l’olezzo di urina che si sente ben forte in concomitanza con la manifestazione. Non parliamo del calendario: gli atleti sono costretti a giocare sotto il solleone delle undici del mattino, ma la sera alle otto si misurano con gli avversari al chiuso dell’ex “pallone” del Centro sportivo comunale. Siamo poco conosciuti e non investiamo in pubblicità nazionale. Fino a qualche tempo fa lo spazio tv riservato alla Coppa era giusto per una sintesi della finale delle nazionali Under 21, alle 16 di uno stanco ed assonnato martedì pomeriggio di Raitre; adesso che su quella emittente c’è il Tour de France, nemmeno più quello. Così, anche in quest’ultima edizione, Teramo è stata inondata di rumori notturni per tutta la durata; tra gente sbronza e l’elezione di miss e mister Coppa. Qualche detrattore ha affermato che sarebbe stato sufficiente, invece di travolgere il centro – e non solo! – di frastuono, fare meno manifestazioni, ma di maggior livello. I quarantenni ricorderanno sicuramente un arbitro di calcio, famosissimo, Concetto Lo Bello. Detto signore è stato dal 1976 al 1991 presidente della Federazione italiana gioco handball, il signor Pallamano. S’innamorò della nostra Coppa Interamnia e voleva portarla in quel di Siracusa – la suacittà, trattando su quello che volevamo inc ambio. Teramo si oppose con fermezza; nel frattempo Lo Bello divenne anche deputato Dc, nonché sindaco di Siracusa stessa. Stranamente, da quando la nostra città non ha voluto cedere alla richiesta di Concetto, la Coppa si è ristretta, anche perché sono stati ridotti i finanziamenti dalla Federazione. Potevamo ‘scambiare’ con qualcos’altro, magari emolumenti per impianti sportivi – a Teramo in uno stato comatoso – o per la rotellistica altrettanto in declino nella nostra città, ma che tanto ha dato. Qualcuno ha ritenuto di fare diversamente. Si è avuta paura di perdere il seme che non è stato però impiantato, ed è rimasto lì senza inghiottire né sputare, lasciandoci solo voglia di riappropriarci della nostra città, pensando: “Quand’è che fi nisc pur chist’ann sta copp?”.