OMAGGIO A ROSA MARCONI OPERATRICE CULTURALE DEL DISINTERESSE

L’associazione Teramo Nostra partecipa al dolore del figlio Massimiliano per la scomparsa della cara madre Rosa.

Rosa è stata, insieme al marito,

l’indimenticabile Carlo, ideatrice di  una serie di iniziative sociali e culturali della nostra città dal titolo “Svarietto”.

Le iniziative culturali e sociali dello Svarietto non solo intrattennero generazioni di cittadini teramani, ma anche artisti delle varie discipline che in quel giardino di via Nicola Palma (Svarietto) fecero anteprima per iniziative pubbliche degli enti preposti.

Dal 1977 al 2000 Rosa e Carlo ospitarono con gratuità e afflato umano artisti e uomini politici che passavano per la nostra città.

Avemmo la possibilità di incontrare il ministro Galasso, autore della legge sul rispetto dell’ambiente, nel momento in cui la città si divideva tra ambientalisti e non a proposito della salvaguardia dei due fiumi.

L’amore per il patrimonio storico ed artistico venne propugnato in quegli incontri, sposando gli operatori artistici della città con le autorità specifiche.

Nello Svarietto fu riscoperto e valorizzato il folklore teramano, purtroppo dimenticato; è lì che Alfonso Sardella compose le prime poesie omaggio agli artisti di passaggio; venne sdoganato il dialetto, facendo partecipare poeti dialettali di varie parti d’Abruzzo tra cui il docente universitario Dommarco che teorizzò l’origine del nome Interamnia facendolo scaturire da “città di terra”; e così pure i poeti Di Berardino, Cimini, Samuele Di Giulio,   il grande poeta giuliese Pierino Ferrari, Enzo Rosa, Giammario Sgattoni e Genì Fantaconi.

Nel campo musicale godemmo di splendidi concerti di Nino Dale e della Corale “Giuseppe Verdi”.

Poi recital di poesia dialettale classica teramana da parte del figlio di Guglielmo Cameli, che recitò le più note liriche del padre.

Ci furono anche varie mostre di arte, inaugurate dalla mostra di scultura di Giustino Melchiorre e poi l’omaggio a Giovanni Melarngelo con uno spettacolo di danza all’aperto, sul prato del giardino della Maestra Liliana Merlo e delle sue valide allieve Norina Anelli e Mariella Converti, e ancora l’omaggio a Guido Montauti e Guido Martella.

Sulle tradizioni locali fece affidamento, oltre che agli amici del quartiere, anche soprattutto a don Giulio Di Francesco che organizzava alla mattina di Pasqua la tradizionale merenda dello “sdijune” e le altre tradizioni come “lu fucaracce” che accendeva nel giardino; varie presentazioni di libri in lingua e in vernacolo.

Ma la cosa più importante era l’accoglienza e l’apertura del cenacolo a chiunque passasse lì accanto.

Ospitalità unica e proverbiale, continuata poi da Anna Pepe in quel di Castelli.

L’associazione Teramo Nostra, sull’esempio di Rosa e di Carlo, è stata spronata alla ricerca delle tradizioni teramane da valorizzare e portare avanti.