La violenza di genere e le necessarie risorse ancora da trovare
Per il secondo anno consecutivo, il 14 febbraio 2014 alle 17,30 in piazza Martiri a Teramo si è tenuto il flash mob di San Valentino contro la violenza sulle donne. Quest’iniziativa fa parte della campagna “ One Billion Rising”, ideata dalla scrittrice e drammaturga statunitense Eve Ensler, fondatrice del movimento V-Day e autrice de “I monologhi della vagina”.
Il primo evento si è tenuto il 14 febbraio 2013, giorno in cui più di un miliardo di persone nelle piazze di tutto il mondo si sono riunite per chiedere che qualsiasi forma di violenza nei confronti delle donne avesse fine. Quest’anno il tema affrontato è stato di nuovo la violenza di genere, ma con particolare riferimento alla giustizia e al ruolo che essa deve svolgere per tutelare i diritti delle donne. Le stesse che riunitesi in piazza hanno espresso i loro sentimenti per mezzo della musica e del ballo. Alla manifestazione hanno preso parte Amnesty International di Teramo, il comitato locale “Se Non Ora Quando” e il “Coordinamento provinciale donne delle Acli”. Il comitato “Se Non Ora Quando” si è costituito a Teramo nel 2011, in ritardo rispetto agli altri capoluoghi abruzzesi. Esso fa riferimento al movimento nazionale che ha portato, il 13 febbraio 2010, in cento piazze italiane circa un milione di persone. È stata la sindacalista della funzione pubblica Cgil Monia Pecorale a dare vita a questa nuova realtà, la quale si è assunta il compito per mezzo del neonato Comitato di sensibilizzare l’opinione pubblica su una tematica così importante ed attuale, avviando un percorso che porti a cambiare la percezione della fisicità della donne, organizzando inoltre seminari, incontri ed anche corsi di autodifesa. Amnesty International si è fatta promotrice per l’occasione di una raccolta firme per rivolgere un appello alle autorità marocchine perché il codice penale del Marocco venga riformato ed emendato di tutte quelle leggi che discriminano le donne e permettono il predominio dell’uomo. E’ recente, da parte del parlamento marocchino, l’abolizione della norma che consentiva allo stupratore di una minorenne di evitare il carcere sposandola. Il flash mob tenutosi quest’anno nella nostra città non ha però raccolto molta gente, forse perché non adeguatamente pubblicizzato o piuttosto perchè nella realtà teramana c’è ancora molto da fare per sensibilizzare le coscienze riguardo ad una problematica così atroce. E’ soprattutto necessario che a queste iniziative seguano fatti concreti da parte delle autorità. Gli stessi centri antiviolenza che sono stati concepiti per sostenere la donna in un percorso di uscita dalla violenza e denuncia della stessa, se non dotati di adeguati fondi che permettano un reale reinserimento delle vittime nel contesto sociale, servono a ben poco. Molte volte le donne subiscono in silenzio perché non sono indipendenti economicamente, e questo rende loro quasi impossibile riappropriarsi della propria vita, strette come sono in una spirale di violenza che stritola impietosamente le loro volontà.
PrimaPagina edizione Marzo 2014 – Angela Cacciatore