Passare dalla partitocrazia alla Democrazia, questo è il nostro impegno (14.07.2013)

 

 

 

Riproponiamo un’intervista esclusiva pubblicata nel numero di LUGLIO 2013 di PrimaPagina a firma di Daniela Palantrani

 

Marco Pannella (all’anagrafe Giacinto) è nato a Teramo nel 1930 e come molti, porta la sua città sempre nel cuore.

In una recente occasione ha incontrato alcuni giovani teramani e visitato il carcere di Castrogno. Come sempre ha ribadito la missione dei radicali nel rappresentare il diverso, il cambiamento, il miglioramento ma soprattutto la speranza.

Di cosa avrebbe bisogno Teramo per crescere ed emergere dal suo borghesismo?
“Non è un fatto che caratterizza solo Teramo, ma direi che è un bisogno per qualsiasi luogo in questo momento e si tratta , per molti aspetti, di una cosa scontata e banale: Democrazia e Civiltà. Dopo 20 anni di partitocrazia fascista, abbiamo avuto 60 anni di partitocrazia antifascista: in totale 80 anni di non democrazia. Valutando la realtà popolare ed antipopulista italiana (lo abbiamo fatto tante volte con i referendum avendo sempre contro i media), abbiamo sempre avuto dei plebisciti sui temi più disparati. Per esempio, come ho sempre sostenuto, sull’aborto e sul divorzio la mobilitazione più incisiva è stata quella delle nonne di 40 anni fa, che si sono mobilitate perché ci hanno compreso, e che non hanno nulla in comune con le nonne di oggi, molto più vivaci se vogliamo. Le nonne di allora, di cui io parlo, erano vestite di nero, quasi sempre il rosario in mano e non potevano parlare troppo nelle famiglie, ma avevano grande peso e prestigio.
Furono loro che capirono, molto prima dei nipoti, i nostri intenti di legalizzazione della famiglia, del matrimonio e dell’aborto.
Non liberalizzazione, ma legalizzazione che avrebbe portato ad uno dei più grandi eventi storici. L’organizzazione mondiale della sanità stimava in un milione e 200mila gli aborti clandestini in Italia. Letteralmente un flagello,
con tutto quello che comportava.
Cinque anni dopo, grazie alla fiducia, fu proprio il mondo delle credenti, quelle più apparentemente silenziose, a darci gli esiti che tutti conosciamo”.

I nuovi referendum che proponete?
“Sono 12. Ma sono tutti sulla stessa linea di sempre. Ad esempio per un divorzio nei tempi consueti a tutta l’Europa tranne che in Italia. E’un referendum contro la discriminazione, per creare legalizzazione civile che faccia bene alle famiglie, ai figli e a tutti coloro che vogliano responsabilmente ritenere quella famiglia non più animata dall’amore e dalla fiducia”.
Lo spirito di libertà che vi ha sempre caratterizzato vi ha reso sempre un po’ emarginati sia dai media che dagli altri
politici. Adesso vediamo una vostra illustre rappresentante, Emma Bonino, al Governo.

Qualcosa sta cambiando? “Guardi è bene intenderci, sono 15 anni che Emma Bonino è la personalità radicale che gode il massimo della fiducia da parte del popolo italiano. E’ stato fatto il suo nome anche come possibile Presidente della Repubblica.
Questo corrisponde a un sentimento profondo del popolo. In questo momento la partitocrazia ha compreso che aveva bisogno per sopravvivere, di una contraddizione vera e positiva. Perché i partiti della partitocrazia non sono tutti uguali ma sono ‘soci’. In questa logica, precisa Marco Pannella, – tutto quello che riescono a produrre non sono dei dibattiti ma liti tra soci, per spartirsi il potere e senza nessun valore costruttivo.
Al Paese manca questo e lo vediamo: Finanziamento pubblico, referendum Tortora.
Tutto quello che abbiamo potuto proporre nonostante avessimo sempre i media RAI contro, lo abbiamo fatto e il popolo ha risposto con un plebiscito. Necessita passare dalla partitocrazia alla Democrazia, questo è il nostro impegno da sempre”.

Anche Voi siete tra i partiti. Cercate di sconfiggere il Sistema dall’interno?
“Noi ci chiamiamo, in realtà, come partito: Non violento, Radicale, Transnazionale e Transpartitico. Questo permette che io venga a Teramo, così come in zone di mafia e trovi la “stessa” gente e che venga accolto come un vecchio zio che rappresenta non solo memoria ma speranza”. La speranza è importante.

Gli Italiani sono stanchi di stare a guardare mentre i nostri politici continuano a spartirsi le poche risorse che, forse, ancora ci sono.
“Rischiano pero’ di spartirsi il cadavere del regime che hanno determinato e spartirsi un cadavere, non è succulento”.

(Articolo apparso nel numero di PrimaPagina Mensile di Teramo di LUGLIO 2013)