Importante centro culturale e turisticodella nostra variegata provincia,adagiata alle pendici del Gigante chedorme, Isola del Gran Sasso, per boccadel sindaco Fiore Di Giacinto si dimostra adeguatamente soddisfatta del ruolo svolto da Teramo come capoluogo di provincia.”Indubbiamente è difficile
affermare quanto compiutamente e con efficacia la città di Teramo svolga il proprio ruolo – premetteil primo cittadino –, ma è anche veroche si fa quel che si può”. Una posizione accomodante e ragionevole, che tiene in considerazione le difficoltà economiche e burocratiche nelle quali le amministrazioni locali devono districarsi. “Certamente moltiaspetti sfuggono, ma si possono ricondurrepiù a problematiche di carattere nazionale esistemico piuttosto che locali”.Anche in riferimento agli eventuali disagiche il proprio Comune avrebbe nel rapporto con il capoluogo emerge una posizione disincantata. “I rapporti fra gli enti sono buoni e le eventuali difficoltà si riversano piuttosto sui cittadini. Negli ultimi anni Teramo è stata impoverita di alcuni uffici e servizi, come ad esempio la Banca d’Italia”. Il sindaco, infatti, percepisce dai concittadini disagi legati all’inefficienza negli ospedali, negli uffici pubblici e nelle lungaggini della burocrazia. Piuttosto soddisfacente, invece, è la percezione riguardo viabilità e trasporti. “Siamo a 29 km dal capoluogo, ma si riesce facilmente a raggiungerlo sia dall’autostrada, sia dalle strade statali e anche fra gli studenti pendolari, esclusa qualche sporadica lamentela, c’è soddisfazione per il servizio prestato”. Ventinove chilometri, dunque, sembrano non costituire uno scoglio insormontabile per i cittadini isolani e anche per i tanti studenti che ogni mattina si riversano nelle scuole di Teramo, sia privatamente che con i mezzi pubblici. Una condizione invidiabile che, d’altro canto, non scoraggia il sindaco dall’augurarsi miglioramenti per quanto riguarda l’efficienza e la velocità della burocrazia, un aspetto che gli sta particolarmente a cuore. Chiamato ad esprimere un parere su quei Comuni che chiedono di essere annessi ad altre province il sindaco risponde: “Solitamentesi tratta di Comuni di confine, i quali sarebbero anche giustificati perché, in alcune circostanze, si sentono trascurati o perché la distanza dal capoluogo è rilevante. Per questi motivi, periodicamente e specie nei momenti di crisi, riaffiora quella che spesso e volentieri è più una ‘minaccia’ o una ‘provocazione’, in realtà infondata nei contenuti. Riconosco, anche, però, che Comuni situati in aree particolarmente colpiti dalla crisi economica possano realmente essere attratti da province limitrofe economicamente più floride, come l’esempio della Val Vibrata”.