Conoscere meglio le istituzioni locali significa comprenderne l’importanza e la risonanza su scala nazionale e mondiale. In questo delicato compito ci aiuta Andrea Giordano, impiegato membro della Borsa Merci di Pescara. Molti cittadini non hanno ben chiara la figura della Borsa Merci.
Può spiegarci cos’è e come lavora? La Borsa Merci è un’istituzione nata nel 1966, allo scopo di contrattare merci che hanno risonanza locale, nazionale e internazionale. Si serve della commissione di accertamento prezzi, che al contrario della borsa valori, che si riunisce ogni giorno, ha un andamento settimanale, stabilendo il prezzo minimo e massimo di una merce sul listino. In pratica? Il lavoro concreto è quello di effettuare delle sintesi di prezzo minimo e massimo di un prodotto, davanti a contrattazioni effettive, fatte sul nostro territorio (o su territori vicini). I contratti si stipulano il lunedì mattina, alle undici e trenta presso la sede, e nel pomeriggio viene diffuso il documento settimanale aggiornato. Lo scopo è ottenere un prezzo di riferimento, tenendo conto dell’andamento generale di beni come: vino, bestiame, olio e cereali. In questo periodo segue andamenti particolari? Non direi. Prendo ad esempio l’uva, che ora sta subendo un incremento di prezzo rispetto all’anno scorso, poiché è tempo di vendemmia, e le condizioni atmosferiche della stagione passata ne hanno diminuito l’offerta. Per quanto riguarda il bestiame, invece, il prezzo non ha grandi oscillazioni, a parte nei periodi pre-natalizio e pre-pasquale. Per l’olio bisognerà attendere la spremitura delle olive per costatare un cambiamento rispetto all’anno precedente, così come per i cereali. A livello locale la contrattazione è senz’altro più diretta, ma a livello nazionale come si opera? A livello nazionale si fa riferimento alla Borsa Merci Telematica Italiana. La contrattazione si esegue online, è possibile accedervi tramite registrazione e come in qualsiasi altro caso ci sono precisi statuti e leggi da considerare. Il tutto poi confluisce nell’operato del ministero dello Sviluppo Economico. Parliamo di crisi economica. Che rapporto c’è tra mercato reale e crisi globale? Non avendo dati effettivi aggiornati sui primi timidi segnali di ripresa, esprimo una mia opinione. La crisi è iniziata con una grande “bolla” finanziaria (in Usa: quando entrò in crisi il settore immobiliare derivante dal fallimento dei SubPrime) e si è propagata all’economia reale con una velocità e con effetti maggiori di quello che si poteva prevedere, a causa dei mercati azionari sui quali, di fatto, non è possibile una forma di controllo “globale”. Le aspettative negative generatesi da ciò hanno propagato sull’economia reale i nefasti effetti delle speculazioni di borsa. A grandi linee il mercato reale ha avuto maggiore resistenza alla crisi, ma di fatto anche minore velocità alla ripresa. Le grandi crisi, però, portano a grandi aggiustamenti, soprattutto sul mercato del lavoro, che poi in ultima analisi rappresenta il dato di concreta quotidianità. Gli effetti degli aggiustamenti cominciano a farsi sentire anche nelle aree di mercato del lavoro a basso costo, che ovviamente hanno rappresentato per l’occidente un problema notevole (almeno in termini di occupazione); il benessere porta con sé le richieste di maggiori spazi per l’ “uomo” rispetto al lavoratore: richieste sindacali per introdurre innovazioni, miglioramento delle condizioni di lavoro e di salario. Ma è proprio il grande mercato del sud est asiatico che potrà fare da traino all’economia mondiale, con la domanda potenziale insita nel miglioramento delle condizioni economiche di cinesi, indiani e operai asiatici tutti.