Nella relazione annuale sull’attività giudiziaria del tribunale di Teramo emergono dati importanti, come una produttività in costante e sostanzioso aumento: 4101 sentenze nel 2010, il 25% in più rispetto all’anno precedente, nonostante la carenza di organico, sia tra i giudici che tra il personale amministrativo. La mancata sostituzione del personale che va in pensione spinge il presidente Giovanni Spinosa ad una dichiarazione alquanto provocatoria: “Se il personale continua a diminuire dovrò chiedere ai giudici di rallentare la loro attività, perché le cancellerie non riescono più
a tenere il passo. Questo è un vero controsenso in una realtà come quella teramana in cui, sfatando i luoghi comuni sulla giustizia lenta, i tempi medi del dibattimento sono di 347 giorni per il monocratico e 114 giorni per il collegiale”. Qual è la situazione della nostra provincia? “La provincia di Teramo è un territorio vasto. Nell’ultimo anno giudiziario il tribunale di Teramo è stato quello che ha incamerato più numeri nel ruolo penale. Tuttavia, il dato più significativo riguarda i processi di procedure fallimentari, in notevole aumento, che danno una precisa lettura della situazione economica della provincia di Teramo. I dati sono allarmanti: Teramo è al primo posto in Abruzzo, con un incremento del 38 %, comparato al secondo tribunale, quello di Pescara, che ha incamerato il 23%. Una vera esplosione, e questo è un primo dato di una situazione economica difficile. La giustizia, da questo punto di vista, è l’ultimo dei parametri che arriva a misurare l’innalzamento della febbre, ma quando vi si arriva significa che la febbre è alta. Analoghi i dati sulle esecuzioni immobiliari e mobiliari che hanno avuto un forte incremento. Di conseguenza, anche le cause di lavoro hanno avuto un incremento importante di 1431 sopravvenuti rispetto all’anno precedente”. Quali invece le criminalità che agiscono sul nostro territorio? “La criminalità diffusa in provincia è molto complessa. Ci sono delle difficoltà a leggere un tessuto criminale molto variegato e distribuito sul territorio. La costa ha specifiche situazioni, Teramo città altre, il territorio montano altre ancora. E’ evidente, tuttavia, che la situazione della costa è molto diffi cile. Zona di passaggio, vicina a centri nevralgici di espansione criminale. Bisogna prendere atto che esiste una struttura mafiosa emergente, come è quella del foggiano, uno nei territori oggi più a rischio, molto vicina a Teramo e a tutta la costa abruzzese. Vi sono situazioni e presenze di soggetti legati a criminalità tradizionali, e poi un tessuto locale potenzialmente idoneo a saldarsi con altra criminalità. A questo bisogna dare molta attenzione. La costa è zona con molti investimenti. La capacità di controllo dei capitali costituisce uno dei temi più importanti su cui operare”. Riciclaggio? “Il riciclaggio è un dato esistente su tutto il territorio nazionale, e la sua lettura è statisticamente di difficile rilevazione. Tuttavia, il problema potenzialmente esiste, perché troviamo dati sintomatici di soggetti che dovrebbero essere altrove, e invece si trovano sulla costa. Personaggi legati ad ambienti della camorra, della ‘ndrangheta, e questo è preoccupante”. I rischi maggiori? “Una recente brutta vicenda legata al pestaggio di una donna che gestiva una sala giochi e l’esperienza accumulata sulla riviera romagnola -che ho la pretesa di conoscere bene dal punto di vista della criminalità – mi ha portato a fare alcune considerazioni. La storia della criminalità italiana passa attraverso la gestione del divertimento: locali, bische, case da gioco, dai tempi di Epaminonda, Gaetano Fidanzati, Pietro Pace, fi no ad arrivare a Riina, ai calabresi, agli Arena. Era una criminalità focalizzata sull’aspetto economico, ma quando avvengono episodi di questo tipo, con il passaggio da una criminalità di tipo economico ad una criminalità violenta, la sensazione è che la situazione stia evolvendo in modo drammatico. Le due cose sono senza dubbio collegate. Il riciclaggio esiste laddove c’è una forte presenza criminale, quindi il rischio è che le nuove organizzazioni criminali si saldino con quelle già insediate. Penso che porre maggiore attenzione sulla costa sia un impegno imprescindibile”. La violenza quindi è in aumento? “Una cosa che francamente mi ha sorpreso per il territorio è proprio la violenza diffusa. A parte situazioni residuali di litigi, disagi familiari, quello che mi ha maggiormente colpito è il dato delle violenze sessuali. Ce ne sono veramente tante e alcune francamente piuttosto brutte, soprattutto sulle donne”.