La Provincia al centro di polemiche, critiche e provvedimenti non solo a livello locale. Davide Calcedonio Di Giacinto, guida l’assessorato con deleghe al Bilancio, Patrimonio, Finanze, Informatizzazione, Personale e Politiche Comunitarie. Al di là della dialettica politica di partito, qual è la reale situazione economica della Provincia di Teramo? “Al 1 gennaio 2011
il bilancio era in dissesto. Taglio del Governo unito alla riduzione delle entrate rispetto alla situazione dei servizi che comunque aumentavano, l’alluvione ed altre situazioni, questa valutazione era inevitabile. Il rimedio sarebbe potuto essere il taglio dei servizi a zero, quindi rinunciare al servizio di trasporto, o l’assistenza ai disabili. Situazioni in cui si hanno degli obblighi legislativi e a cui non ci si può sottrarre. Spese per il personale, rimborso mutui ed interventi obbligatori al territorio, eravamo sotto di quasi tre milioni di euro. E’ stato effettuato un taglio, drastico in alcune situazioni, dove potevamo agire: il personale. Sono state fortemente ridotte le spese di consulenza, si è puntato sul risparmio energetico con impianti fotovoltaici e la virtualizzazione del sistema informatico. E’ aumentata la RC Auto per un introito complessivo di 1 milione 400mila euro, che ha consentito di chiudere il bilancio con una situazione di capitoli quasi a zero. Abbiamo mantenuto un minimo di contributi alla cultura per dare un segnale anche alle molteplici associazioni che attivano molte importanti iniziative per il territorio. Anche se al primo dell’anno avrei scommesso sul dissesto, oggi possiamo dire, attraverso questi tagli, di essere fuori da tale rischio, ma sempre in una situazione di oggettiva diffi coltà economica. Se si fa un calcolo tra tagli del governo, meno entrate, e servizi erogati e debiti fuori bilancio riconosciuti, noi oggi ragioniamo con 13 milioni di euro in meno. Con questa somma in più lascio solo immaginare le cose che avremmo potuto fare!”. Quali sono stati gli interventi più rilevanti, adottati a favore del territorio? “L’anno scorso abbiamo anticipato la cassa integrazione straordinaria, che è stata importantissima, per tutte le famiglie a cui è stato consentito di ottenere il benefi cio economico senza dover attendere mesi. Superfluo precisare che tale attesa avrebbe messo sul lastrico decine di nuclei familiari. Quest’anno invece siamo intervenuti direttamente sulle imprese attraverso il factoring, uno strumento che dà alla Provincia la possibilità di liberarsi da situazioni debitorie e alla ditta di realizzare l’importo del credito. La Provincia in questa maniera mette le aziende fornitrici nelle condizioni di mantenere posti di lavoro”. La manovra economica prevede pesanti tagli alle strutture dello stato, possibili abolizioni di province e comuni. Cosa accadrà a Teramo? “Teramo non rischia assolutamente nulla. I dati Istat sono chiari: siamo intorno ai 312.000 abitanti. La manovra prevede l’accorpamento dei comuni sotto i mille abitanti e l’abolizione delle province con un numero di abitanti di gran lunga inferiore al nostro. Il vero taglio è legato alla riduzione degli organi perché comuni e province dovranno dimezzare gli organi consiliari e la composizione della giunta sarà ridotta. Le Regioni dovranno ridurre il numero dei componenti il consiglio e giunte. Tagliare la provincia di Teramo comporterebbe una riduzione di costi di 500.000 euro rispetto ad un bilancio di 45 milioni: noccioline rispetto alla sostanza. Soprattutto con un territorio disomogeneo come il nostro che presenta problematiche vaste: mare, collina e montagna. In fondo l’abolizione delle province è un falso problema. Comunque mutui e personale andrebbero pagati ed i servizi erogati. Le province oggi svolgono attività importantissime che spesso non vengono neanche percepite dai cittadini: edilizia scolastica, strade, formazione lavoro, coordinamento tra i comuni e tantissime altre attività”. Una sua previsione in prospettiva sulla situazione economica del nostro territorio. “La situazione è difficile. Se siamo o non siamo all’interno della crisi non lo posso dire. L’economia dei mercati fi nanziari è altra cosa, l’economia reale è quella che dobbiamo considerare, ed è innegabile che le famiglie vivono in condizioni di diffi coltà. Ci sono costi che pesano notevolmente anche sulla provincia, basti pensare al gasolio che a causa degli aumenti pesa in più sul bilancio per 70.000 euro. Occorre tempo per la ripresa”.