Capita qualche volta di chiedersi, come già fecero i Maya, ma la fine del mondo quando ci sarà? Ma sopratutto, ci sarà?
Le immagini di Michelangelo nella Cappella Sistina non danno adito a dubbi, ci sarà una fine e sarà bellissima per i “giusti”, non lo sarà affatto per chi ha vissuto nell’empietà. In un servizio di Rai3 di alcune sere or sono, il direttore dei musei vaticani, Antonio Paolucci, commentando le immagini della Cappella, ha detto che la fine del mondo sarà la fine di tutto: fine della Chiesa, tantè che in una scena San Pietro restituisce a Dio le chiavi, persino fine della Madonna in quanto Madre di tutti i credenti. A quel punto niente e nessuno, nemmeno i santi, avranno più il senso o il ruolo avuto prima della fine del mondo.
Questo per chi crede nei valori della cristianità. Ma ci sono altri indagatori, più che qualificati in materia, che si interrogano sul tema della fine del mondo: degli scienziati, tra cui alcuni premi Nobel, hanno creato la rivista “Il Bollettino degli scienziati atomici” attraverso la quale intendono sensibilizzare il mondo e i potenti che lo comandano, sul rischio di un uso improprio della tecnologia atomica.
A corredo di questa loro crociata per rimandare il più lontano possibile la data di un disastro atomico mondiale, hanno scelto di creare un “orologio dell’Apocalisse” sul quale, a seconda degli eventi che si susseguono nel mondo, le lancette vengono spostate in avanti o indietro rispetto alla mezzanotte, ora, appunto, della fine del mondo.
L’orologio immaginario ha cominciato a funzionare da sveglia e allarme al mondo dal 1945 dopo i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, e da allora le lancette sono state spostate 22 volte, ad ogni riunione del team scientifico, a volte vicinissime alla mezzanotte, a volte un poco più indietro.
Gli esperti ci avvertono che il pericolo di un conflitto nucleare non è un ricordo storico e che esiste, reale e concreto, il rischio di vedere, prima o poi, un altro fungo atomico esplodere da qualche parte sulla Terra se le potenze mondiali non la smetteranno di accumulare testate e ordigni nucleari nei loro arsenali, cosa che non sembra accadrà a breve. Al contrario, è in atto una sorta di gara a chi finanzia di più l’ammodernamento dei propri arsenali atomici, specie con l’avvento di nuove e più avanzate tecnologie.
A questo quadro inquietante si aggiunge anche il cambiamento climatico, altro pericolo incombente per il Pianeta Terra e i suoi abitanti. Paradossalmente, il pericolo nucleare e il clima sono due bombe ad orologeria addirittura connesse tra loro. Un esempio tra tanti? In Siria, nel 2011, una siccità senza precedenti causata dal riscaldamento globale, agevolò, per così dire, i disordini sociali (facile dare di matto dopo mesi senza pioggia) che poi sfociarono nella guerra che ancora oggi dilania quel Paese.
Ma quindi quanto manca alla mezzanotte? Se i vertici mondiali sugli armamenti e sul riscaldamento globale continueranno a concludersi con un nulla di fatto, c’è poco da stare allegri. Dopo la Cappella Sistina, atomica e clima fanno il quadro n. 2 della fine del mondo.
Chissà come lo avrebbe dipinto Michelangelo….
di Mafalda Bruno