Siti dedicati a sola raccolta fondi tramite sms, già solo questo riesce a far percepire la portata economica del fenomeno. Oramai le campagne di raccolta fondi sono tante, continue e martellanti. Ma cosa sono gli sms solidali? Gli SMS solidali sono uno strumento di raccolta fondi, che i diversi
… operatori telefonici mettono a disposizione delle associazioni di beneficenza e no profit. Sono accessibili a chiunque ed immediati. Consentono di donare piccole somme, generalmente da 1 fino a 5 euro con un semplice sms o una telefonata ad appositi numeri dedicati alle singole emergenze e cause di beneficenza. Per decide di donare il servizio non ha costi aggiuntivi ed è senza IVA (risoluzione 124 delle Agenzie per le Entrate 12/08/2005). Ed i fondi raccolti sono devoluti all’associazione no profit promotrice. Di fatto pero’ le donazioni vengono effettuate al netto dei costi di gestione. Le compagni telefoniche rinunciano al costo dell’sms? Le banche rinunciano alle loro commissioni sulle operazioni? Abbiamo girato la domanda ad un commercialista, che sorridendo ci ha dato una risposta disarmante nella sua semplicità. “Se le compagnie telefoniche rinunciassero al loro vantaggio economico in queste operazioni, così come le banche, lo pubblicizzerebbero, sfruttando, al massimo, il vantaggio di visibilità”. Non sarebbe opportuno un gesto di buon senso da parte dei nostri politici, magari di rinuncia al finanziamento pubblico ai partiti a vantaggio di aiuti in caso di emergenze come la recente alluvione in Sardegna? La situazione è controversa, sembra che oramai si voglia solo sfruttare il consumatore, chiedendo piccole somme e di fatto permettendo di “scaricandosi la coscienza” con poco. Tra tutti una mosca bianca, Paolo Ferrara esponente dell’associazione Terre des Hommes che sostiene ormai da anni, nonostante palesemente non rinunci e usi i fondi, e spiega il perché del suo “NO” agli sms solidali, che così come li conosciamo in Italia, sono diventati un male per il fundraising. Creano cannibalismo tra le varie associazioni che oramai si azzuffano per le campagne di raccolta fondi tramite sms, così accade che si festeggiano traguardi che in altri paese verrebbero considerati un flop. “Gli SMS sono diventati la gramigna del fundraising italiano, una bellissima erba verde che non fa crescere nient’altro”. Le stesse campagne di raccolta fondi on-line ne sono state soffocate sul nascere mentre in altri paesi diventano la forma più evoluta di interazione, ad esempio si pensi a donazioni regolari e costanti nel tempo. “In Italia purtroppo ha la predominanza la modalità “mordi e fuggi” dell’SMS solidale con il risultato di abbassare drammaticamente le donazioni medie pro-capite e la stessa somma totale a disposizione per gli interventi umanitari. L’imperversare degli SMS ha prodotto danni enormi sotto il profilo etico e consolidato vecchi ritardi del no-profit italiano. Ha trasformato la donazione in un gesto da supermercato. O nel gesto compulsivo del giocatore dipendente da slot machine. Questo ha tolto al gesto del donare ogni tipo di impegno. Ogni tipo di responsabilità o senso di partecipazione. Ha tolto alla donazione il suo fondamento etico e la sua dimensione comunitaria, se non quella strumentale, fragile e passiva dell’audience che si attiva solo perché lo ha “Visto in TV”. Ma quale rapporto si crea con la causa? Quale con l’organizzazione? Quale con i problemi che le nostre organizzazioni cercano di affrontare? Ha deresponsabilizzato, alla lunga, gli operatori del sistema. Non basta introdurre dei budget preventivi e un sistema di rendicontazione, se non si è creata alcuna relazione reale con il donatore, se non si è instaurato un rapporto di fiducia che passa dalla richiesta, attraversa la donazione e continua con la dimostrazione di come quell’azione abbia fatto la differenza per qualcuno. Nell’affollarsi di campagne, per il donatore i brand delle Onlus diventano più o meno tutti equivalenti (a parte quelli funzionali all’auto-accreditamento dell’azienda televisiva). Le storie potrebbero essere state raccontate da chiunque. Nessuno è tenuto a dimostrare nulla. Non c’è spazio per i beneficiari. Non c’è spazio neanche per la creazione di un rapporto di fiducia. Le aziende telefoniche, giustamente, si rifiutano di assolvere un ruolo che né compete loro né avrebbero le risorse per svolgere. Insomma, al tavolo da gioco dell’SMS si vince e si perde, ma senza bisogno di costruire alcuna relazione”.
Sembra che le associazioni no-profit si siano fermate alle campagne per sms solidali attendendo l’amicizia con il politico di turno senza impegnarsi troppo né a creare fiducia nei donatori né ad investire ed illustrare in progetti strategici che ottengano fiducia e su cui poi si possa dare conto degli sviluppi e obiettivi realizzati.