Percorso eminente che l’Amministrazione comunale non può continuare ad ignorare.
L’amministrazione comunale di Teramo ha presentato nei giorni scorsi il progetto di risistemazione del Parco fluviale e di riconnessione alla città. Il tema è importante, soprattutto nel suo aspetto di “riconnessione” alla città: infatti i lungofiume teramani, benché bellissimi, sembrano non appartenere alla città stessa, ovviamente per il fatto che sono a quota assai inferiore, il che rende difficile e spesso impossibile la loro percezione dal centro storico con la conseguente negazione della qualità di “luogo urbano”.
Questo tema, di cui nessuno sembra essersi mai occupato finora, è invece divento fin da subito elemento di studio del tavolo Tecnico per il Sondaggio Deliberativo sulla riqualificazione dell’area archeologica. Infatti, fin dalla prima riunione del Tavolo stesso, il 15 gennaio 2021, tra gli elementi da analizzare ai fini di una riqualificazione complessiva dell’area suddetta ma anche di tutto il centro storico, era stato individuato il rapporto tra costruito e verde e la conseguente necessità di una diversa percezione dei lungofiume, la cui connessione con la città doveva diventare elemento di progetto come in effetti è diventata nelle proposte di riqualificazione che il Tavolo sta elaborando e che saranno presentate ai tavoli di lavoro per il giudizio dei cittadini.
La necessità di collegare il parco fluviale al centro storico è stata sempre presente nelle sessioni di studio del Tavolo ed anche nei suoi incontri con gli ospiti. Se ne è parlato, per esempio, con Nicola Di Battista, con Bruno Corà, con i registi Araclio e Conforti, con Enrico Melozzi e con Maria Piera Sette, in un discorso generale di riqualificazione del centro storico: ma il Tavolo Tecnico ha sempre interpretato l’esigenza di collegare e riconnettere i lungofiume col centro storico in un senso ben preciso e assai stringente, declinando tale esigenza non soltanto attraverso una maggiore evidenziazione e segnalazione degli accessi al parco o con un aumento degli stessi, come sembra aver scelto di fare lo studio di fattibilità presentato ieri dall’Amministrazione comunale, ma reinterpretando radicalmente i collegamenti tra città e lungofiumi, connotandoli come vie urbane che iniziano il loro percorso dal centro stesso e non dai suoi margini. Vi è, insomma, alla base della scelta del Tavolo, una filosofia progettuale diversa che rimanda ad una idea complessiva di città e non soltanto alla sistemazione di qualche sua parte.
Purtroppo, di tutto questo non è stato possibile discutere con l’Amministrazione comunale che ha scelto di non partecipare agli incontri del Tavolo ed anche di non dare notizia dei progetti in corso, lasciando che il Tavolo stesso li apprendesse dai media. Ovviamente questo ha impedito quella sinergia auspicabile, soprattutto in considerazione del fatto che il Tavolo ha operato ed opera col Patrocinio del Comune e dunque potrebbe e dovrebbe essere visto dallo stesso come un archivio di idee e proposte cui attingere per gli interventi sulla città o con cui, almeno, confrontarsi. Se si fossero percepiti nel modo corretto il ruolo e le potenzialità del Tavolo Tecnico molti degli spunti che in questi giorni leggiamo sulla stampa (la ristrutturazione del Mercato coperto, la riconnessione del parco Fluviale, la riqualificazione di piazza Verdi ecc…) sarebbero già stati nella disponibilità di conoscenza e valutazione dell’Amministrazione comunale, e tra l’altro, ovviamente, a costo zero. Un importante archivio di idee, proposte, metodi e soluzioni, costruito in questi mesi dal tavolo Tecnico, formato da architetti, urbanisti, archeologi, storici dell’arte che operano in ambiti e in luoghi diversi, da Teramo a Roma a Perugia a Pescara a Valencia alle Marche, nelle università, nelle scuole di specializzazione, nella libera professione ecc., Archivio consolidato ed arricchito dal confronto costante con personaggi di alto livello e di profilo internazionale, quali Nicola Di Battista, Bruno Corà, Maria Piera Sette, Enrico Melozzi, Silvio Araclio e Michele Conforti, Girolamo Bellomo, Santiago Tormo Esteve e Xavier Vidal Ferrus, che qui vogliamo ancora ringraziare per la loro partecipazione e vicinanza. Archivio che ha accolto anche, come è giusto, le istanze ed i suggerimenti dei rappresentanti dei Quattro Quartieri storici. Tale importante e ricco archivio è stato e resta purtroppo inutilizzato dall’Amministrazione comunale.
Questo però nulla toglie alla importanza del progetto del Sondaggio deliberativo che attraverso le proposte elaborate dal tavolo Tecnico, consentirà ai cittadini, che in definitiva sono gli unici titolati a scegliere e decidere per la loro città, di conoscere e valutare le possibili soluzioni per la riqualificazione urbana di una parte di città ma soprattutto porrà all’attenzione di tutti un metodo utilizzabile per ogni intervento urbano.
Arch. Maria Antonietta Adorante – Coordinatrice del Tavolo tecnico del SD
Prof. Carlo Di Marco – Presidente Associazione Demos
Teramo 18 giugno 2021