e DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA …
Nella campagna elettorale, avviata di recente, per il rinnovo dei Consigli comunali, sono diversi i candidati sindaci che hanno inserito nei loro programmi l’impegno a voler attuare la democrazia partecipativa come “nuovo strumento” per consentire il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di carattere generale (varianti al P.R.G., opere di lavori pubblici, bilancio partecipativo ecc.) e nella gestione dei servizi (mensa scolastica, scuolabus, manutenzione patrimonio pubblico: strade, scuole, verde attrezzato, edifici comunali, ecc.).
Sembra quasi una parola magica quella che riguarda la partecipazione attiva del cittadino alla gestione del bene comune. Alcuni polemicamente sostengono che i candidati abbiano trovato un modo per non impegnarsi nella stesura del “libro dei sogni” con la relativa lista degli interventi, la cui realizzazione non sarebbe possibile per la progressiva diminuzione dei trasferimenti dei fondi ai Comuni da parte dello Stato e delle Regioni. Così mentre gli elettori e gli operatori economici chiedono ai nuovi amministratori una diminuzione delle tasse, non è possibile nemmeno pensare che gli investimenti possano essere realizzati con i soli fondi comunali. Quindi che cos’è veramente questo “nuovo strumento” di gestione della cosa pubblica? Questa democrazia partecipativa è veramente un “nuovo strumento” per una politica di servizio? E quanti cittadini sanno che il proprio Comune ha adottato uno Statuto? Quanti conoscono quali sono gli istituti di partecipazione previsti nello Statuto del proprio Comune di residenza? E che per rendere esecutivi detti istituti di democrazia partecipativa, occorre predisporre ed adottare un Regolamento attuativo? Secondo un’indagine ISTAT, sono pochissimi coloro che sanno dell’esistenza di uno Statuto comunale e ancora di meno coloro che sono informati sulla necessità di adottare un Regolamento comunale. Moltissimi tra l’altro non sanno che la stragrande maggioranza dei Comuni non ha mai approvato i Regolamenti attuativi degli istituti di partecipazione, per cui la “vera novità” sarebbe proprio l’impegno dichiarato dai candidati sindaci a far approvare i regolamenti attuativi dopo l’avvenuto rinnovamento dei rispettivi Consigli Comunali. Ma quali sono gli istituti di democrazia partecipativa che dovrebbero essere attuati per restituire la sovranità al popolo come sancito dalla Costituzione repubblicana? Diversi sono gli istituti possibili per far partecipare i cittadini alla programmazione dell’Amministrazione e del Consiglio Comunale. Gran parte degli Statuti comunali tra gli istituti di democrazia partecipativa prevedono: il Consiglio Comunale dei Ragazzi, l’Albo delle Associazioni, la Consultazione dei cittadini, i Forum dei cittadini, le Consulte di settore, le proposte di iniziativa popolare, i Referendum (consultivi, propositivi, ed abrogativi), il Diritto di partecipazione di accesso, la partecipazione all’azione amministrativa, il Difensore Civico, le Garanzie di partecipazione, i Consigli Circoscrizionali (in alternativa i Comitati di Quartiere e/o frazionali), il Consigliere straniero aggiunto, il Bilancio partecipativo ecc.Da alcuni anni, per la diffusione della cultura della democrazia partecipativa nel nostro territorio teramano, è nata l’Associazione DEMOS, cui fanno parte, oltre a cittadini e studiosi della società civile, docenti e studenti universitari dell’università di Teramo. La buona riuscita delle attività assembleari è dovuta ad una adeguata comunicazione delle iniziative programmate, ad una corretta informazione circa i procedimenti sottoposti alla valutazione e ad una qualificata formazione dei cittadini che prendono parte alle forme di partecipazione previste ed attivate. La garanzia del buon funzionamento consente ai cittadini tutti di essere messi nella condizione di poter discutere, alla pari degli altri intervenuti, su tutte le questioni riguardanti il proprio territorio poste all’ordine del giorno di ogni singola assemblea, opportunamente convocata e adeguatamente pubblicizzata. Per l’attivazione di tutti gli istituti di partecipazione sarebbe opportuno che prima dell’approvazione in Consiglio Comunale dei relativi regolamenti attuativi si avviassero dei forum con i cittadini sulla utilità e fattibilità di tali strumenti di partecipazione e per consentire una più ampia condivisione della priorità degli istituti da adottare.
ASSOCIAZIONE CULTURALE DEMOS – TERAMO. (presidente prof. Carlo Di Marco, vicepres. prof.ssa Mariarosaria Armenio)
PrimaPagina edizione Aprile 2014 – di Raffaele Raiola