Abbiamo scambiato due parole con Paolo De Laurentis, giovane teramano, guida alpina dal 2008. Tra le varie attività che la montagna concede di svolgere agli amanti del contatto con la natura, è l’arrampicata (praticata sia dentro che fuori dal territorio nazionale) la vera passione di Paolo, da alcuni anni componente dello storico gruppo alpinistico di Pietracamela “Aquilotti del Gran Sasso”. De Laurentis ha anche sposato il progetto Mountain Evolution, che chiama a sé
tutti i praticanti e i simpatizzanti del genere in città, per condividere le proprie emozioni. “La guida alpina – spiega De Laurentis – è una fi gura professionale riconosciuta a livello nazionale e internazionale come unica competente e in grado di garantire una corretta frequentazione della montagna in tutte le sue attività: all’ arrampicata sportiva all’ alpinismo, allo sci alpinismo, al trekking, al canyoning, ai lavori in forte esposizione, alla formazione nell’ambito sicurezza nei lavori a rischio caduta, fi no al soccorso alpino come tecnico di elisoccorso 118. Per diventare guida alpina ho affrontato, nel 2002, una selezione che mi ha permesso di accedere al corso di formazione a livello nazionale; dopo due anni ho iniziato l’attività da aspirante guida alpina e infi ne, nel 2008, dopo un lungo iter formativo durato circa 5 anni, ho conseguito il titolo fi nale di guida alpina”. Come ci si avvicina a questo tipo di attività sportiva, così lontana dai classici “amati” da televisioni e giornali, come calcio o basket? “Sin da quando avevo dieci anni ho iniziato ad andare in montagna con mio padre che, dopo le prime facili escursioni, ha iniziato alla roccia percorrendo itinerari piuttosto semplici, ma che hanno stimolato in me una grande curiosità verso questo sport. Successivamente, a circa sedici anni, ho frequentato un corso di alpinismo con il Cai”. In realtà ho un po’ di diffi coltà a considerare l’alpinismo un vero e proprio sport: sebbene io viva la montagna in tutte le sue forme (dall’arrampicata allo sci alpinismo fi no al trekking), quello che essenzialmente più mi stimola è il contatto con l’ambiente, spesso la prestazione sportiva è puramente secondaria. Quali sono le diffi coltà che un ragazzo potrebbe incontrare? “Teoricamente alcun problema. Viviamo ai piedi della montagna più dolomitica dell’Appennino che non ha nulla da invidiare alle sorelle alpine ed in meno di un’ora ci si può immergere in questo ambiente unico. La nostra attività è considerata da molti estrema e pericolosa. In realtà, se si rispettano alcune semplici regole, ogni rischio può essere ridimensionato. Naturalmente per apprendere le nozioni basilari bisogna essere avviati alle diverse attività legate alla montagna da professionisti che periodicamente propongono corsi per principianti ed esperti. È questo il lavoro che svolgo assieme ai miei colleghi della scuola di montagna Mountain Evolution”. In Abruzzo e, più in generale, nel nostro Paese come siamo messi a fi nanziamenti e infrastrutture? “La Regione Abruzzo, fino a qualche anno fa, ha dato la possibilità di partecipare ai corsi di formazione per guida alpina in maniera quasi del tutto gratuita. Peccato che l’Abruzzo, terra meravigliosa e ad alta densità montuosa, dopo uno sforzo economico così notevole (la formazione di una guida alpina alla regione costa circa 20.000 euro) non spinga di più su un certo tipo di turismo, per far conoscere meglio le fi gure legate alla montagna e puntare sulle risorse turistiche della nostra terra. Nelle Dolomiti e sulle Alpi in genere, la guida alpina non ha bisogno di presentazioni, è ben radicata nella cultura popolare e il turismo montano ne è il fiore all’occhiello. Inoltre, gettando uno sguardo sulla situazione d’oltralpe, in Francia, nelle ore di educazione fi sica viene regolarmente praticata la disciplina dell’arrampicata, alla stregua di una partita di calcio, basket o altro”.