La Ruzzo Servizi ha chiuso i battenti, dopo essere stata incorporata dalla Ruzzo Reti s.p.a., con un bilancio alquanto defi citario: 3,5 milioni di euro di debiti. Le cause sono molte e non differiscono, purtroppo, da mille altre gestioni pubbliche. Tanto si è scritto e detto delle “assunzioni di massa” senza concorso. Qualcosa effettivamente è successa, se è vero
che una persona, chiamata a rispondere del suo operato, non ha trovato di meglio che rispondere: “A casa mi annoiavo così ho chiesto a un mio parente di trovarmi un lavoro”. Se Atene piange, Sparta non ride: anche chi è stato assunto per concorso, viene chiamato dopo parecchio tempo. Una di queste persone, G. riferisce che: “Ormai mi ero rassegnato e ho cominciato a fare altro. Quando non ci pensavo più, ho ricevuto la chiamata… Erano passati quindici anni da quando ho partecipato e vinto! Forse non rientravo nei loro piani…” Nel 2001 scoppiò una forte polemica perché un bando pubblico di assunzioni per concorso fu esposto solo presso l’ingresso della sede di via Dati. Un po’ poco per farlo conoscere alla popolazione. Il tutto è avvenuto con il placet della politica, naturalmente. Senza considerare il problema che qualcuno all’acquedotto ha spesso un doppio lavoro: sicché, durante il tempo d’uffi cio, gestisce i suoi interessi e quelli del datore “esterno”. L’Ato– ente d’ambito con funzioni d’indirizzo e controllo- ha così stoppato qualunque assunzione, chiudendo la stalla quando i buoi erano già scappati. Si è così visto come si sia giunti ad un paradosso: 150 impiegati d’uffi cio e solo 25 fontanieri per tutta la provincia! Ciò comporta anche una forte perdita economica: se per un normale allaccio alla rete acquedottistica occorrono tempi titanici – in media tre mesi- si pensi anche ai numerosissimi ‘raccordi’ estivi dei vacanzieri sulla costa, che intendono ‘attaccarsi’ per un mese o due. Una richiesta di giugno potrebbe essere esaudita a settembre, giusto alla fi ne della stagione! Non mancano poi i “soliti” sprechi: auto blu, telefonini aziendali usati con grande nonchalance, fotocopiatrici che fondono perché non si sa inviare una e-mail e così via. Secondo una fonte –mai parola fu più azzeccata- chi viene da una impresa privata si riconosce: “Sta attento a non fare telefonate inutili, scrive su entrambi i lati di un foglio; i cestini non sono pieni di carta intestata utilizzata per fare solo scarabocchi. Chi invece ha sempre lavorato nel pubblico pensa che tutto sia dovuto, che tanto nessuno lo richiamerà mai ed ammesso che avvenga, sono cose che lasciano il tempo che trovano: come si fa a licenziare un fannullone (come dice Brunetta) in un ente statale o parastatale? E’ praticamente impossibile”. Ci sono ancora molte altre cause del dissesto. E …non fi nisce qui.